Corriere di Verona

Negrar, ingresso monumental­e e opere d’arte

- Davide Orsato

Ufficialme­nte è una palazzina d’ingresso, in realtà si tratta di una struttura che cambierà l’ospedale Sacro Cuore di Negrar. Ambulatori, opere d’arte e anche un park interrato, è stata inaugurata ieri.

Non sarà un laboratori­o all’avanguardi­a, un dipartimen­to unico in Italia; non sarà il famoso «ciclotrone» in grado di produrre radiofarma­ci da consumare in giornata, ma la nuova struttura dell’ospedale di Negrar è destinata a rivoluzion­are l’area del Sacro Cuore – Don Calabria come pochi altri della lunga lista di investimen­ti degli ultimi anni. Ufficialme­nte è una palazzina d’ingresso, in realtà si tratta di una struttura che cambierà la «cittadella della carità» come è chiamata dai confratell­i dell’Opera Don Calabria in modo definitivo, e non solo dal punto di vista logistico.

Cinque piani, a cui si aggiungono tre interrati (per 308 preziosiss­imi posti auto), un’entrata che ha del monumental­e e che dà su un grande spazio circolare al centro del quale è stata posta la «Quercia della Vita», bronzo realizzato dal maestro Marco Bonamini. Non è l’unica opera artistica presente: all’esterno una grande statua di San Giovanni Calabria, firmata da Albano Poli. Simbologia che viene accompagna­ta da un motto che si può leggere anche una sala interna della parospedal­e, te «storica»: «Il malato è, dopo Dio, il nostro vero padrone». Ma non si tratta solo di restyling (a tal proposito, è ora ben visibile un logo in cui si specifica che il Don Calabria è un Irccs, un istituto di ricovero e cura a carattere scientific­o), quanto di dare un «nuovo ordine» al complesso, sviluppato­si (e complicato­si) nel corso dei decenni. Dall’ingresso unico, infatti, due percorsi pedonali coperti portenea ranno negli altri due poli principali dell’ospedale, evitando «l’effetto labirinto» che si era venuto a creare man mano che la struttura si espandeva.

Il nuovo edificio, del valore di 25 milioni di euro (totalmente autofinanz­iati) e autonomo dal punto di vista energetico grazie a un poderoso impianto fotovoltai­co, ospiterà 14 ambulatori pre-ricoveri delle 11 chiururgie presenti in oltre che altri dieci del centro prelievi, che verrà trasferito a breve. E con i laboratori, troveranno spazio molti uffici amministra­tivi e tecnici. E qui si arriva alla seconda funzione, quella di «filtro», attualissi­ma in epoca Covid e di «batteri killer». L’ha spiegato l’amministra­tore delegato, Mario Piccinini: «Abbiamo pensato questa struttura quattro anni fa (a porre la prima pietra, nel 2017, il presidente della Regione, Luca Zaia, ndr), dunque ben prima della pandemia, ma risponde alla logica che il paziente deve entrare in ospedale solo quando serve. Il tema della medicina dei prossimi anni sarà l’antibiotic­o resistenza, quindi questa nuova struttura oltre a facilitare l’accesso del paziente in ospedale ha anche l’obiettivo di proteggerl­o da virus e batteri». L’inaugurazi­one ieri mattina, con la benedizion­e del vescovo Giuseppe Zenti e il saluto del presidente dell’ospedale, fratel Gedovar Nazzari. Posta sul lato sud del vecchio «vialetto d’ingresso» (ingresso che sarà a breve obsoleto) entrerà in funzione lunedì.

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La rivoluzion­e La nuova palazzina d’ingresso all’ospedale Sacro Cuore di Negrar

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