Il defibrillatore con l’app che allerta i pazienti
«Il cardiologo in tasca», si potrebbe dire del primo dispositivo in Italia ad essere usato per salvare la vita a cardiopatici colti da aritmie o scompensi cardiaci. È il defibrillatore Gallant, (prodotto da una ditta statunitense), adottato dal centro di cardiologica dell’ospedale Pederzoli di Peschiera, che si impianta chirurgicamente in una tasca sottocutanea vicino al cuore ed è collegato ad un’app sul cellulare. Uno strumento di ultima generazione, dotato di batteria, schermato da interferenze, collegato via bluetooth allo smartphone, con la funzione principale che quando qualcosa non «gira» bene nell’attività cardiaca manda un’allerta sia al paziente che al reparto di cardiologia. In caso di aritmie, sulla base di nuovi algoritmi di riconoscimento, è Gallant ad intervenire per primo, emettendo degli impulsi elettrici via cateteri collegati al cuore, o addirittura con veri e propri choc elettrici, andando a stimolare entrambi i ventricoli. Da febbraio, da quando la Pederzoli si è dotata di Gallant, sono undici ad oggi i dispositivi impiantati. Il primo paziente a cui è stato inserito è un «testimonial» perfetto: il dottor Maurizio Rossi, già cardiochirurgo a Milano e poi docente di medicina all’Università di Verona, tecnico al Ministero della Salute sul controllo dell’efficienza di tali dispositivi che si sono succeduti dagli anni ’80 ad oggi. «Sono passato dall’altra parte dello schermo – scherza Rossi – e la mia vita è cambiata». Da febbraio «indossa» il nuovo strumento tarato a misura personale. I medici del centro cardiologia Pederzoli, che ieri hanno presentato il nuovo defibrillatore, Alfredo Vicentini, Luca Arioli, Antonio Fusco e il direttore sanitario Gianluca Gianfilippi, hanno sottolineato l’importanza anche in questo momento di emergenza sanitaria del dispositivo, poiché consente al paziente di non doversi recare in ospedale continuamente.