Inferno in casa: gemellini allontanati
«Crudeli e disumani»: insospettabili genitori veronesi incastrati dalle intercettazioni
«Crudeli e violenti, minacciosi e disumani». Sono aggettivi agghiaccianti dell’ordinanza redatta dal gip Luciano Gorra per vietare a due genitori veronesi di avvicinare e anche solo contattare i loro gemellini, un maschietto e una femminuccia nati nel 2015.E questo perché il padre e la madre sono stati iscritti nel registro degli indagati per avere, in concorso tra loro, infierito con crudeltà sui due piccoli «con crudeltà e a cadenza quotidiana». Decisive le intercettazioni.
«Crudeli e violenti, minacciosi e disumani». Sono aggettivi agghiaccianti quelli che ricorrono nell’ordinanza redatta dal gip Luciano Gorra per vietare a due genitori veronesi di avvicinare e anche solo contattare i loro gemellini, un maschietto e una femminuccia nati nel 2015.E questo perché il padre e la madre (entrambi ultracinquantenni, di loro omettiamo ogni dettaglio identificativo per tutelare la privacy dei minori coinvolti, ndr)sono stati iscritti nel registro degli indagati per avere, in concorso tra loro, infierito con crudeltà sui due piccoli - stando alla ricostruzione delineata nel capo d’accusa dal pm Valeria Ardito con cadenza quotidiana.
Maltrattamenti, questo il reato contestato alla coppia di insospettabili, che si sarebbero protratti dall’agosto 2019 ai giorni scorsi, quando è scattata la doppia misura cautelare del divieto di avvicinamento sulla scorta delle segnalazioni dei vicini di casa e delle intercettazioni ambientali disposte dalla Procura ed effettuate dai carabinieri all’interno dell’abitazione teatro delle presunte violenze domestiche sui bimbi. Il quadro emerso dalle testimonianze e delle conversazioni captate in quella casa da cui i gemellini sono ora stati portati via per essere ospitati e seguiti in una struttura protetta, secondo gli inquirenti farebbe venire i brividi: entrambi i genitori, in base alle prove accusatorie fin qui raccolte, avrebbero trattato gli incolpevoli figlioletti a suon di percosse, tirate di capelli, schiaffi, insulti di ogni genere. «Str..., sei una me..., cretina/o, stupido/a, tr...», avrebbero urlato ai due bambini. Inqualificabili anche le frasi usate per redarguire e insegnare «la lezione» ai piccoli: «Più gli dai botte più gli piace...Ti piace quando le prendi...Dimmelo se ti piace...».
Li avrebbero addirittura minacciati di «staccare loro la testa, rompere loro i denti, mandarli in collegio». Contro quelle loro due creature innocenti di appena 4 anni, avrebbero infierito «con urla disumane malgrado i bambini piangessero e supplicassero loro di smetterla». Se è stato scoperto l’infernale scenario di violenze che secondo l’accusa si ripeteva tutti i giorni, è grazie ai vicini di casa, che lo hanno denunciato ai carabinieri portando loro alcuni audio dal contenuto inequivocabile: parolacce, bestemmie, in particolare della madre, e insulti del tipo «siete delle scimmie, stupidi, è colpa vostra». E poi i pianti e i lamenti dei gemellini, che non venivano mai visti uscire di casa, mentre subivano le percosse: «Ahia,ahia».
A loro volta, anche le maestre della scuola materna avrebbero confermato le difficoltà d’inserimento dei piccoli: il maschietto aggressivo e ossessivo, la femminuccia chiusa e passiva, succube delle prepotenze del fratellino. Segno, a parare degli investigatori, del disagio che vivevano nel contesto familiare.Da lì sono scattate le intercettazioni ambientali ed è bastata una settimana di conversazioni captate in quella casa per comprovare, stando all’accusa, la situazione di gravità estrema determinata dai comportamenti «fisicamente e verbalmente violenti» da parte della coppia ai danni dei due gemellini. Ieri, davanti al gip Gorra, si sono svolti gli interrogatori di garanzia dei due genitori che hanno negato ogni addebito: per ora, comunque, dovranno attenersi dalla misura cautelare ed evitare ogni contatto con i due piccoli. E questo perché, si sottolinea nell’ordinanza, sarebbe «emerso il compimento da parte degli indagati di condotte violente, vessatorie, denigratorie e minacciose, adottate in modo sistematico e abituale, come si desume dalla frequenza delle percosse e delle umiliazioni inferte ai bambini, registrate in sede di intercettazione ambientale, che hanno comportato la sottoposizione delle persone offese a un regime di vita intollerabile e penoso». Per il gip, sussiste inoltre il rischio di reiterazione del reato, definita un «concreto pericolo»: infatti, «la perseveranza con cui gli indagati hanno maltrattato i bambini lascia presumere come ormai non siano più in grado di prescindere dal tentativo di imporre la propria linea comportamentale».