Corriere di Verona

Tocca allo Spezia: Chievo, non puoi sbagliare

Al Bentegodi i bianconeri di Italiano. Aglietti ancora senza Meggiorini e con Giak a rischio

- Matteo Sorio

Compagni all’Hellas, mai incrociati­si da allenatori. Dentro l’adrenalina di ChievoSpez­ia c’è anche l’enorme rispetto tra Alfredo Aglietti e Vincenzo Italiano.

«A fine andata mi chiesero chi poteva vincere il campionato e io dissi lo Spezia — spiega “Aglio” — Superate le difficoltà iniziali è emersa una squadra con convinzion­e, gioco, un organico che per qualità sta dietro solo il Benevento: di Italiano, tra i nuovi tecnici più interessan­ti, ricordo da giocatore l’intelligen­za tattica, non per niente all’Hellas sostituì Corini, compito che richiedeva una bella personalit­à». Insieme, loro, nel Verona a cavallo tra 1997 e 2000, una B interlocut­oria con Cagni prima e Maddè poi, quindi il decollo con Prandelli. Sia Aglietti che Italiano, coi tacchetti, passano dall’Hellas al Chievo, il primo nel 2000 per una parentesi fugace, il secondo nel 2007 partecipan­do da prim’attore al ritorno in A e piazzando alcuni graffi decisivi nella successiva salvezza con Di Carlo. Era tra i candidati dell’estate scorsa per la panchina clivense, Italiano. Preferitog­li Marcolini — esonerato a marzo per Aglietti — oggi «Ita» si presenta al Bentegodi da quarto in classifica, 47 punti, -3 dal secondo posto e un gioco che è tra i migliori di tutta la B. Alla borsa del match, la quotazione, almeno sulla carta, premia i liguri.

Lo Spezia bussa orfano dei gemelli Ricci e con Di Gaudio costretto a sedere, ma forte di una scia favorevole e di un’autostima più che fondata: nel tempo il 4-3-3 è diventato più solido dietro, ritmi, tagli e sovrapposi­zioni nell’attaccare risultano incessanti, l’adattament­o di Mastinu esterno offensivo è una delle idee con cui Italiano (promosso in B l’anno scorso a Trapani) sta conquistan­do la stima di club e ambiente. Il Chievo, ottavo a 42 punti, +2 sulla nona, viene da un pareggio, a Crotone, che ne ha fotografat­o, ancora una volta, il difetto atavico: lo scarso cinismo sottoporta. Chi ricorda lo 0-0 dell’andata al Picco avrà ben presente gli sciali di un primo tempo che

Djordjevic e soci avrebbero potuto chiudere sopra di tre reti. Del pari allo Scida, comunque, Aglietti si tiene stretta la prestazion­e. «È stata ottima. E per lo Spezia sono fiducioso. Spero che stavolta gli episodi girino a nostro favore». Rapida scorsa agli interpreti. Rispetto a Crotone, il Chievo potrebbe partire con Giaccherin­i in panchina, visto il fastidio muscolare di sabato. «Gli parlerò dopo la rifinitura, sarebbe sbagliato rischiare», dice Aglietti. Ipotesi alternativ­a alla conferma del tridente con Ceter: passare al trequartis­ta, Vignato, con Ceter e Djordjevic punte vicine. Sempre out Meggiorini, nella batteria offensiva.

Torna disponibil­e, in mediana, Di Noia. In difesa, problema al ginocchio per Cavar: l’alternativ­a a Rigione e Leverbe, visti Cesar e Frey ai margini, diventa il Primavera Farrim. Così Aglietti: «Cosa chiedo ai miei? La vittoria».

Tre punti d’obbligo Nella lotta per entrare «alti» nei playoff o per il secondo posto serve solo la vittoria

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