La lite, i soldi: la verità del marito di Micaela
TROVATA MORTA NEL PARCHEGGIO. PARLA L’UOMO: « IO PENSAVO A UN SUICIDIO»
«Le assicuro: non so darmi alcuna spiegazione logica». Giuseppe Bonato, marito di Micaela Bicego, la donna trovata morta al parcheggio delle terme di Colà di Lazise, parla al telefono dopo l’interrogatorio al quale è stato sottoposto. Ci tiene a precisare che «Micaela non mi aveva lasciato». Ammette però che con la moglie c’era stato un litigio. «Perché aveva perso molti soldi». E dice di non darsi pace perché, invece di sostenerla nonostante il suo errore, l’ha «umiliata».
«Le assicuro: non so darmi alcuna spiegazione logica».
Sua moglie è morta. I carabinieri sospettano sia stata uccisa... «E io ora sto malissimo...». Si sente in colpa?
«Lei aveva perso quasi tutti i suoi soldi. E io, invece di sostenerla, di aiutarla, mi sono arrabbiato tanto...».
Giuseppe Bonato è il marito di Micaela Bicego, la 47enne di Bussolengo (Verona) trovata senza vita mercoledì mattina. Il corpo era in un parcheggio a Lazise, il cranio fracassato come se ci fosse passato sopra un’automobile. Poco distante, il suo zainetto e un coltellaccio da cucina con tracce che potrebbero essere di sangue.
Niccolò, il figlio 19enne, ha spiegato ai carabinieri che i genitori avevano litigato la sera prima. Per questo, Giuseppe Bonato è stato interrogato per ore. E alla fine, è stato rilasciato senza neppure che il suo nome sia finito nel registro degli indagati.
Gli investigatori puntano tutto sugli esiti dell’autopsia, (che verrà eseguita questa mattina) per chiarire la dinamica di quello che appare un omicidio, anche se chi indaga ripete che «nessuna pista viene esclusa». Ma intanto, Giuseppe Bonato e suo figlio non sono potuti tornare a casa, ieri: l’appartamento di Bussolengo è stato posto sotto sequestro. Si cercano indizi anche lì.
L’uomo risponde al telefono. Dice che «non sono in condizione di parlare di Micaela...
non me la sento». Poi però accetta di rispondere alle domande del Corriere di Verona «perché sui giornali ho letto cose non vere». C’è scritto che sua moglie l’aveva lasciata.
«Non è vero, non stavamo divorziando. Lei da qualche tempo aveva un casa a Lazise, ma era un immobile che avevo acquistato io a novembre dello scorso anno con l’idea di metterlo in affitto durante l’estate. L’avevo intestato a suo nome solo per questioni fiscali...». Pare che Micaela si fosse trasferita lì.
«Lei abitava a Bussolengo, con me e nostro figlio. Semplicemente, ogni tanto andava lì per qualche giorno... ci andavamo tutti». Quindi il vostro non era un matrimonio finito?
«Assolutamente no. Sono solo pettegolezzi di paese». Il giorno prima del ritrovamento avevate litigato.
«Questo è vero. Le tensioni erano iniziate lunedì, quando mi aveva confessato di aver perso tanti soldi facendo degli investimenti speculativi.
Non era denaro mio, sia chiaro. Erano i risparmi di mia moglie e di sua madre. Però abbiamo litigato per questo. È ciò che intendevo prima, quando accennavo al fatto che sto soffrendo moltissimo perché avrei dovuto sostenerla, nonostante il suo errore. Invece mi sono arrabbiato, ho detto cose... l’ho umiliata».
I carabinieri stanno analizzando un biglietto che lei avrebbe attribuito a sua moglie...
«Sono andato a dormire. Intorno alle 4 del mattino mi sono svegliato e c’era quel foglio sul tavolo della cucina. Ho scoperto così che se n’era andata via». Un biglietto d’addio?
«Non glielo posso dire». Dopo averlo letto, cosa ha fatto?
«Io e mio figlio abbiamo chiamato subito i carabinieri» Cos’è accaduto a sua moglie?
«Mi ero convinto che avesse deciso di farla finita. Ma ora i carabinieri sembrano ipotizzare una cosa diversa... Non so più cosa pensare. Spero che tutto venga chiarito e sia fatta giustizia». Micaela aveva nemici?
«No, praticamente non usciva di casa. L’unico problema, era stato quello dei soldi». Come sta suo figlio?
«È qui con me, mi aiuta a non crollare. Sto molto male, non so se saprò superare una cosa del genere...».