È veronese l’estorsore di Gianni Mura
Arrestato un 46 enne. Il giornalista, morto a marzo, gli aveva dato 61mila euro
Le e-mail che gli inquirenti hanno potuto controllare sono 240. Il loro arco temporale va dal settembre 2018 al marzo 2020. E la somma di denaro «allo stato accertato» è di almeno 61.500 euro. L’uomo accusato di estorsione è un veronese, Francesco Gaspari, 46 anni, mentre il destinatario era Gianni Mura (nella foto), una delle più grandi firme nella storia del giornalismo sportivo italiano, morto proprio il 21 marzo scorso.
Le e-mail che gli inquirenti hanno potuto controllare sono 240. Il loro arco temporale va dal settembre 2018 al marzo 2020. E la somma di denaro «allo stato accertato» è di almeno 61.500 euro. L’uomo accusato di estorsione è un veronese, Francesco Gaspari, 46 anni, mentre il destinatario era Gianni Mura, una delle più grandi firme nella storia del giornalismo sportivo italiano, morto proprio il 21 marzo scorso. «Le mail danno conto di uno sviluppo in senso patologico delle richieste di denaro avanzate che appaiono sempre più frequenti e pressanti fino a divenire estorsive». È quanto si legge nell’ordinanza, eseguita ieri in città dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, con cui l’uomo — un precedente penale per furto e resistenza a pubblico ufficiale — è stato messo agli arresti domiciliari. L’ordinanza è firmata dal gip del tribunale di Milano Stefania Donadeo. E nel riportare i messaggi contenuti nelle mail («Dammi i soldi e sparirò», «Tua moglie e te morirete», «Verrò a casa o al giornale», «Mio padre ucciso da trafficanti della Camorra è stato in prigione una trentina d’anni ergo io non ho la minima paura di andarci») parla di un rapporto di conoscenza che «durava da molti anni», «nato probabilmente come rapporto lettore/giornalista», e di come l’uomo «per ottenere denaro faceva ricorso a un tema caro», a Mura, cioè l’«ingiustizia sociale». Se al principio Mura avrebbe aiutato quello che sarebbe diventato il suo stalker a trovare un lavoro, nel tempo si è passati ai pagamenti col giornalista «coartato nella volontà», secondo l’accusa, viste «le minacce ricevute alla sua incolumità ma soprattutto a quella di sua moglie, che ha voluto tutelare fino alla morte». Mentre l’analisi bancaria è ancora in corso, sul conto corrente acceso dall’arrestato a Cles, in Trentino, il Nucleo Investigativo ha accertato bonifici ricevuti da fine luglio 2017 fino al 5 febbraio 2020. La denuncia risale al 27 marzo, circa tre mesi e mezzo fa e sei giorni dopo la morte di Mura, avvenuta all’età di 74 anni in seguito al ricovero per un malore. A sporgere quella denuncia la vedova di Mura, appena venuta a conoscenza della vicenda da un collega e collaboratore a Repubblica dello stesso Mura, lui che nel corso della carriera si è occupato anche dei grandi fatti di cronaca dello sport veronese, vedi lo scudetto dell’Hellas o la vecchia ascesa in A del Chievo. «Nell’ultimo periodo della vita del giornalista», è scritto nell’ordinanza, il presunto estorsore, «a conoscenza delle precarie condizioni di salute della persona offesa, ha preteso che Mura gli comprasse un appartamento o in alternativa versasse sul suo conto 40.000 euro». Il tutto come «trattamento di fine rapporto». Lì, la «ferma opposizione di Mura», ricostruiscono gli inquirenti, «deceduto poco tempo dopo quest’ultima richiesta estorsiva».