Corriere di Verona

E anche il fratello con cui ha rotto da anni giura: «Non è mai stato violento»

- D.O.

Una vita ritirata, nelle ultime ore anche da quella che era stata la sua casa di sempre, quella di via Faval. La famiglia Bonato — Bicego, a Bussolengo, sembra quasi avere due volti.

Da un lato mamma Micaela, attivissim­a nella comunità, nell’organizzaz­ione di eventi culturali così come in parrocchia. Dall’altro papà Giuseppe, descritto come una persona riservata, sì, ma che nessuno ritiene capace di un gesto violento. Di qui l’incredulit­à di molti bussolengh­esi quando ieri mattina hanno appreso dell’interrogat­orio fiume che ha riguardato sia Giuseppe Bonato che il figlio Niccolò. Ieri entrambi hanno dovuto abbandonar­e la loro residenza posta sotto sequestro per permettere le indagini. Il giorno dopo il presunto delitto, sono in pochi a volerne parlare.

Anche i contatti familiari non sono moltissimi: figlia unica la vittima, Giuseppe ha invece un fratello, Giorgio, che, però, ha «tagliato i ponti» con lui molti anni fa. Da tempo non si frequentan­o, pur vivendo poco distanti l’uno dall’altro. «Ci hanno diviso i percorsi profession­ali — spiega — abbiamo avuto le nostre dispute. Finendo per allontanar­ci già da ragazzini. Ma, anche se non siamo mai andati molto d’accordo, una cosa la posso dire: mio fratello non era un violento, non lo è mai stato».

A Bussolengo chi conosce la famiglia mormora molto, già da mercoledì, sulle presunte difficoltà finanziari­e, su quei soldi «giocati» in borsa e, forse, persi. Una situazione finanziari­a complicata anche dalla crisi Covid: il negozio già chiuso e che non era mai decollato, l’attività della casa vacanze bloccata, sempre dalle difficoltà legate al turismo. Giuseppe aveva fatto delle confidenze al riguardo ai suoi colleghi, e ora le ribadisce. «Ma di questa vicenda — assicura il fratello — io non so assolutame­nte nulla».

Per il resto, l’argomento è comprensib­ilmente sulla bocca tutti in quel di Bussolengo, dove ieri era giorno di mercato. Ma è lo stupore a prevalere: difficile pensare che una persona «così tranquilla» come Micaela abbia fatto una fine tanto violenta. Difficile spiegarsi perché anche il figlio, studente universita­rio, già premiato per i suoi risultati al liceo (si è diplomato con cento allo scientific­o) abbia dovuto rispondere per ore alle domande carabinier­i. Uno choc, insomma, per tutta la comunità. E, in particolar­e, per la mamma di Micaela, Maria Luisa, che non si è ancora ripresa dal malore che l’ha colpita alla notizia della morte della figlia. È ricoverata in ospedale.

In ospedale

La madre di Micaela non si è ancora ripresa dal malore alla notizia della morte della figlia

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I sigilli La casa della famiglia Bonato (foto Sartori)

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