Ex sindaco assolto: il Comune voleva i danni
Castelnuovo, cadono le accuse contro Peretti, la sua vice e una dirigente comunale
«Il fatto non sussiste» secondo i giudici e assoluzione con formula piena ieri pomeriggio in tribunale per l’ex primo cittadino Giovanni Peretti.
Gli notificarono l’avviso di garanzia per abuso d’ufficio quand’era sindaco in carica di Castelnuovo del Garda. Peretti, la sua vice Ilaria Tomezzoli e l’architetto Fiorella Carloni, responsabile dell’Area tecnica edilizia privata e urbanistica del Comune, si ritrovarono sotto accusa in concorso per una vicenda di stampo prettamente urbanistico, vale a dire l’accordo pubblico-privato ratificato nel 2017 dal Comune con la società Mdc srl per riqualificare l’area dell’ex lottizzazione Castello a Cavalcaselle.
Ombre e sospetti da cui 24 ore fa, con la sentenza scandita in aula dalla presidente del Tribunale collegiale di Verona, giudice Alessia Silvi, sono stati scagionati tutti e tre gli imputati, difesi dagli avvocati Paolo Mastropasqua, Luca Tirapelle, Filippo Vicentini e
Daniele Maccarrone. Lo stesso pubblico ministero Valeria Ardito, al termine della requisitoria, ha concluso chiedendo l’assoluzione di tutti e tre gli accusati contro i quali, nell’ambito del procedimento di ieri, il Comune di Castelnuovo del Garda si era costituito parte civile e rivendicava il risarcimento dei danni in caso di sentenza di condanna.
Invece i magistrati scaligeri hanno accolto le tesi difensive:gli stessi Peretti e Tomezzoli, quando finirono sotto inchiesta, si erano detti «sereni sulla legittimità del nostro operato». Fulcro dell’accordo tra l’allora amministrazione in carica e Mdc srl era la demolizione di 3 dei 7 condomini dell’ex fallimento Castello con l’opzione per il privato di recuperare quasi tutta la volumetria edificandola in un’altra area in zona lago a Ronchi, in un terreno di 20mila metri quadri del Comune. Quest’area in base all’intesa con Mdc sarebbe stata ceduta dall’ente pubblico alla srl per 200mila euro, 10 euro a metro quadro,cifra quantificata in base alle tabelle provinciali sugli espropri dei terreni agricoli. Una contropartita inadeguata e a vantaggio della srl, erano insorte le minoranze dell’epoca, secondo cui non si sarebbe tenuto conto del valore generato dalla trasformazione residenziale del terreno nell’appetibile zona lago.