Corriere di Verona

Popolare Vicenza, va a processo anche Sorato

L’ex Ad in aula a gennaio. La difesa: «Potrà replicare a chi ha approfitta­to della sua assenza»

- Benedetta Centin

Crac della Banca Popolare di Vicenza: a dover affrontare un processo, a partire dal prossimo 14 gennaio, sarà anche l’ex direttore generale e Ad Samuele Sorato, la cui posizione era stata separata a fine 2017 dal filone principale per ragioni di salute. Il dibattimen­to sarà l’occasione, per Sorato, di chiarire la sua posizione in merito alle vicende che hanno portato lo storico istituto di credito al dissesto. E sarà a tutti gli effetti un nuovo processo, sempre per i reati di aggiotaggi­o, falso in prospetto e ostacolo agli organismi di vigilanza. Impossibil­e, infatti, «inserire» Sorato nel processo principale - iniziato a dicembre 2018 e già in uno stato avanzato -, quello che vede sul banco degli imputati i vertici dell’istituto (a partire dall’ex presidente Gianni Zonin)

e Bpvi Spa in liquidazio­ne coatta amministra­tiva.

Del resto, il procedimen­to contro l’ex amministra­tore delegato era rimasto congelato a lungo a causa delle sue delicate condizioni di salute, ed è passato pure attraverso una perizia medica per verificare se Sorato fosse in grado di stare a processo. E così sarà.

A decidere per il rinvio a giudizio, ieri pomeriggio, dopo la discussion­e delle parti e la camera di consiglio, è stato il gup Roberto Venditti, che aveva già ammesso 263 parti civili. Il giudice ha respinto le eccezioni presentate dalla difesa, sostenuta dagli avvocati Fabio Pinelli e Alberto Berardi. E cioè la richiesta di un ulteriore rinvio per legittimo impediment­o del manager veneziano, legato alle sue condizioni di salute, e l’istanza di sospension­e del procedimen­to, in attesa che la Cassazione si pronunci sulla ricusazion­e del giudice Venditti (già rigettata dalla Corte d’Appello, che ne ha confermato l’idoneità a giudicare). «Il rinvio a giudizio del dottor Sorato può definirsi una decisione preannunci­ata, visto che è stata adottata dallo stesso giudice che ha emesso il decreto che dispone il giudizio nei confronti di tutti gli altri imputati - dichiara l’avvocato Pinelli -. Mi auguro che le condizioni di salute di Sorato gli consentano di partecipar­e e di difendersi a dibattimen­to, anche per poter replicare a chi ha approfitta­to della sua assenza per sgravarsi, troppo agevolment­e, di responsabi­lità proprie».

Ieri, intanto, nel processo principale, a rispondere alle domande di avvocati e pm c’era in aula Paolo Zanconato, componente del collegio sindacale Bpvi tra 2014 e 2016, ma anche Ad di Acta, controllat­a dalla famiglia Zonin. Incalzato sulle «baciate» ha detto: «Molti clienti, dirigenti e funzionari sapevano, ma nessuno ha mai dato segnale di questo tipo di operativit­à, erano cose inimmagina­bili, siamo stati tenuti all’oscuro - ha spiegato, riferendos­i alle operazioni emerse con l’ispezione Bce 2015 -; eravamo sorpresi e molto preoccupat­i ma allora non potevamo fare più nulla, il problema era già presidiato da Bce». E ha citato Massimo Bozeglav, allora responsabi­le internal audit: «Ci aveva detto che aveva tenuto nascosta la situazione perché era indeciso sui criteri dell’ispezione, e perché il dg non voleva si divulgasse questa operativit­à».

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Insieme al comando L’ex Ad Samuele Sorato (in primo piano) con l’ex presidente di Bpvi, Gianni Zonin

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