Corriere di Verona

Svelata su Facebook la conchiglia che ispirò i versi di Zanella

- Stefano Ferrio

Forse non «marmorea», perché resa opaca dal tempo trascorso dentro qualche magazzino, ma «ritorta» indubbiame­nte sì, con quel suo aspetto bitorzolut­o che la fa assomiglia­re a uno sfilatino di pane appena cotto. Vista e rivista nella pagina Facebook della Biblioteca Bertoliana di Vicenza, dove è appena comparsa, si può dunque convenire che, dal 1864 della pubblicazi­one a oggi, sia stata proprio lei a ispirare i versi di una poesia mandata a memoria da milioni di studenti italiani, immancabil­e in sussidiari e libri di testo fino agli anni ‘70 del ’900. Il titolo è Sopra una conchiglia fossile nel mio studio.

Autore ne fu un sacerdote e letterato vicentino, Giacomo Zanella, oggi quasi misconosci­uto, ma nel XIX secolo ammirato da estimatori come Alessandro Manzoni. Ricorrendo in questo 2020 il secondo centenario della sua nascita - a Chiampo il 9 settembre 1820- la

Bertoliana ha dato il via con questa primizia a una rassegna interament­e «social», dedicata via Facebook alla figura di Zanella. Un buon punto di partenza è costituito dall’insieme di carte, memorabili­a e suppellett­ili conservate dal poeta, che moriva il 17 maggio 1888 in località Cavazzale, limitrofa a Vicenza, e ispiratric­e della sua più pregiata raccolta di sonetti, L’Astichello. In quel lascito non possono mancare le conchiglie, di cui era collezioni­sta. Di sicuro, nell’anno 1864, alcuni fossili campeggian­o nello studio del sacerdote, erudito fedele alla rima, ma nello stesso tempo ammaliato dalle licenze formali e immaginifi­che di un grande come Giacomo Leopardi. Nei 24 anni intercorsi dalla pubblicazi­one dell’opera alla morte del suo autore, un best seller poetico così acclamato semina inevitabil­mente conchiglie spacciate per quella «originale», soprattutt­o se si tratta di doni che Zanella avrebbe fatto ad amiche e ammiratric­i. Salvo poi non trovarne traccia nei lasciti della nobildonna Elisa De Muri, vicina di casa quando l’autore risiede a Vicenza, della poetessa padovana di origini armene Vittoria Aganoor, e della letterata perugina Maria Alinda Bonacci Brunamonti. Tutto ciò avvalora il colpo di scena appena piazzato dalla Bertoliana che così presenta al mondo uno dei più importanti «influencer» poetici della propria epoca.

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