Svelata su Facebook la conchiglia che ispirò i versi di Zanella
Forse non «marmorea», perché resa opaca dal tempo trascorso dentro qualche magazzino, ma «ritorta» indubbiamente sì, con quel suo aspetto bitorzoluto che la fa assomigliare a uno sfilatino di pane appena cotto. Vista e rivista nella pagina Facebook della Biblioteca Bertoliana di Vicenza, dove è appena comparsa, si può dunque convenire che, dal 1864 della pubblicazione a oggi, sia stata proprio lei a ispirare i versi di una poesia mandata a memoria da milioni di studenti italiani, immancabile in sussidiari e libri di testo fino agli anni ‘70 del ’900. Il titolo è Sopra una conchiglia fossile nel mio studio.
Autore ne fu un sacerdote e letterato vicentino, Giacomo Zanella, oggi quasi misconosciuto, ma nel XIX secolo ammirato da estimatori come Alessandro Manzoni. Ricorrendo in questo 2020 il secondo centenario della sua nascita - a Chiampo il 9 settembre 1820- la
Bertoliana ha dato il via con questa primizia a una rassegna interamente «social», dedicata via Facebook alla figura di Zanella. Un buon punto di partenza è costituito dall’insieme di carte, memorabilia e suppellettili conservate dal poeta, che moriva il 17 maggio 1888 in località Cavazzale, limitrofa a Vicenza, e ispiratrice della sua più pregiata raccolta di sonetti, L’Astichello. In quel lascito non possono mancare le conchiglie, di cui era collezionista. Di sicuro, nell’anno 1864, alcuni fossili campeggiano nello studio del sacerdote, erudito fedele alla rima, ma nello stesso tempo ammaliato dalle licenze formali e immaginifiche di un grande come Giacomo Leopardi. Nei 24 anni intercorsi dalla pubblicazione dell’opera alla morte del suo autore, un best seller poetico così acclamato semina inevitabilmente conchiglie spacciate per quella «originale», soprattutto se si tratta di doni che Zanella avrebbe fatto ad amiche e ammiratrici. Salvo poi non trovarne traccia nei lasciti della nobildonna Elisa De Muri, vicina di casa quando l’autore risiede a Vicenza, della poetessa padovana di origini armene Vittoria Aganoor, e della letterata perugina Maria Alinda Bonacci Brunamonti. Tutto ciò avvalora il colpo di scena appena piazzato dalla Bertoliana che così presenta al mondo uno dei più importanti «influencer» poetici della propria epoca.