Corriere di Verona

Cortina, l’Olimpiade perduta e l’amore proibito

Il giornalist­a Spampani racconta la competizio­ne di sci del ‘41, annullata cinque anni dopo. Domani la presentazi­one

- Francesco Chiamulera

L’ inverno che non fu mai. Cancellato dalla Storia con un tratto di penna. Sono i mondiali di Sci 1941 di Cortina d’Ampezzo, che si possono cercare e trovare su internet e nei registri ufficiali, ma che - a differenza di quelli odierni, del 2021, appena confermati - vennero annullati, a cinque anni di distanza, a guerra finita. Con tanto di medaglie tolte retrospett­ivamente ai vincitori. Vi avevano partecipat­o solo undici nazioni, quelle dell’Asse e dei Paesi satelliti, più qualche Paese neutrale come la Svizzera, che non si faceva problemi a figurare accanto a Hitler e ai suoi alleati. È su questo sfondo incornicia­to dalla neve di febbraio delle Dolomiti, che prende le mosse il nuovo libro di Massimo Spampani, Sci, amori

e follie di guerra, edito dal veneziano El Squero (l’autore lo presenterà domani alle 18 al Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina. Info: unamontagn­adilibri.it.) Una Cortina surreale, quella di Spampani, cortinese a sua volta, che la conosce e la racconta da decenni per il Corriere: surreale perché, come accade con certi luoghi durante le guerre, si trova a suo modo in una bolla. Un’isola nel tempo, in cui una mondanità ostentata e funzionale al racconto del regime si mette in scena nel mezzo di un’Europa sconvolta dalle bombe e dagli eserciti. Eppure Cortina è lontana, sognante, ovattata come la neve che scricchiol­a sotto i piedi di Aurora, quando scende dal trenino elettrico blu che l’ha portata da Calalzo con suo marito Umberto. Sembra di vederla campeggiar­e su un manifesto di Lenhart, con la fronte alta su cui batte il sole vigoroso di febbraio nelle Dolomiti. Veneziana, amante dello sci come si confaceva a una «donna moderna» di metà Novecento, ma inesperta. Febbraio 1941: l’inaugurazi­one dei mondiali è presso lo Stadio della Neve di Campo Corona, c’è il trampolino Italia fatto di legno di larice in luogo di quello che verrà per i giochi olimpici. E poi c’è la discesa libera, giù per il Canalone di Tofana. I mondiali sono a loro volta una tappa verso le Olimpiadi del 1944: programmat­e proprio a Cortina, non si terranno in quella scadenza, e verranno recuperate solo quindici anni più avanti. Dallo stadio vediamo uscire Mafalda di Savoia, che di lì a tre anni morirà dissanguat­a in una baracca del campo di Buchenwald, probabilme­nte fatta morire intenziona­lmente dopo una lunga operazione. Ma nel 1941 turisti benestanti disposti a raggiera lungo i tavolini dei bar, a ricevere il sole e a sorseggiar­e vermut e Campari, sono una visione vanziniana ante litteram, nutrita della stessa allegra incoscienz­a. A Cortina, l’Aurora di Spampani troverà l’amore ardente di passione fisica, con un maestro di sci locale, come in ogni favola cortinese che si rispetti, consumato tra una lezione e l’altra - e contempla la finzione del matrimonio e l’impossibil­ità di sovvertire le regole sociali. Il tempo passa, la guerra si indurisce, una circolare del ministero invita i grandi alberghi a «spogliarsi di ogni carattere di lussuosa e urtante mondanità». La vita internazio­nale della valle d’Ampezzo si spegne. Il racconto fa un salto al 1943. Ed è davvero un altro spirito, quando l’illusione della vittoria ha lasciato il posto alle durezze di una guerra ormai già vinta. E le illusioni sentimenta­li di Aurora, tornata con una scusa tra le montagne alla ricerca del proprio passato, si richiudono dietro le spalle.

 ??  ?? Neve vintage Un’immagine di Cortina del ‘41, epoca in cui è ambientato il libro di Spampani «Sci, amori e follie di guerra» sulle Olimpiadi del ‘41
Neve vintage Un’immagine di Cortina del ‘41, epoca in cui è ambientato il libro di Spampani «Sci, amori e follie di guerra» sulle Olimpiadi del ‘41

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