Cda, sfida Giangrande-Ferraresi
Intanto Casa Cattolica chiama la Consob: «Assemblea da invalidare»
Piccola sfida nella sfida, all’assemblea del 31 luglio di Cattolica si correrà per liste contrapposte anche per andare a occupare un posto in consiglio di amministrazione. Non un posto qualunque, per altro: si tratta di quello lasciato vacante dal dimissionario Alberto Minali, l’ex amministratore delegato accompagnato alla porta dal presidente Bedoni al termine del drammatico Cda del 30 ottobre scorso.
I contendenti in gara sono due. Per la squadra del presidente corre Carlo Ferraresi, cioè il top manager in carica, colui il quale ha di fatto preso il posto di Minali con la qualifica di direttore generale della Compagnia. Lo sfidante sarà l’irriducibile Michele Giangrande, commercialista veronese, già candidatosi in passato in contrapposizione alla lista Bedoni. I suoi sostenitori, ieri, hanno cominciato a battere sui tamburi di guerra: «È la nostra occasione per segnare finalmente quella discontinuità che abbiamo da diversi anni invocato. Una voce concreta fuori dal coro si presenta in una lista che intende stare a testa alta davanti a chi ha condotto la compagnia in sostanziale autonomia, attorniato da un consesso di yes-men».
I movimenti di contestazione continuano anche sul fronte Consob. I soci che si riconoscono in Casa Cattolica (Maurizio Zumerle, presidente di APACA, Paola Boscaini, presidente del Patto di sindacato Le Api e Germano Zanini, presidente Associazione Verona Network) si sono rivolti all’autorità di Borsa per richiedere che sia invalidata l’assemblea del 27 giugno, denunciando «l’impossibilità a votare per il mancato ricevimento della documentazione nei tempi necessari» e la «distorsione della volontà dei soci» relativamente all’aumento di capitale.