Covid, torna l’allarme: 57 positivi
Focolaio sul litorale, blindata la struttura: i 42 ospiti infetti (su 140) trasferiti a Cavarzere tra le polemiche Tre quarti al centro migranti di Jesolo. Regione contro la Croce Rossa: «Danni al turismo»
Il giorno più nero dal 9 maggio: 57 nuovi contagi, 43 nel centro migranti di Jesolo gestito dalla Croce Rossa, che la Lega attacca. «Struttura da smantellare, danni per tutto il turismo», dice il vicepresidente della Regione, Forcolin. I migranti infetti sono stati trasferiti, il centro blindato: ma negli ultimi giorni erano tutti fuori.
Il più grande focolaio di Coronavirus dalla fine dell’emergenza sanitaria è scoppiato in questi giorni a Jesolo. Quarantatrè persone sono risultate positive tra le 142 ospitate nel centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa Italiana nella città balneare. Tra loro c’è anche un operatore. Nessuno mostra dei sintomi, ma l’incubo del contagio getta ombre su una stagione già difficile.
«Tutto è nato dalla necessità di sottoporre un immigrato ospite della struttura ad un intervento chirurgico ortopedico» ha spiegato il direttore generale dell’Ulss4 Carlo Bramezza nel corso di una conferenza stampa indetta insieme al Comune di Jesolo. «Come da protocollo l’uomo è stato sottoposto al tampone che ha evidenziato il contagio – ha continuato Bramezza - e non appena possibile sono stati eseguiti gli altri test».
L’operazione avrebbe dovuto essere eseguita martedì 8 luglio. I tamponi agli altri ospiti della struttura, come ha illustrato il direttore del dipartimento di prevenzione Luigi Nicolardi, sono stati effettuati martedì scorso mentre mercoledì sera sono arrivati i risultati. Durante questa settimana gli operatori della Croce Rossa hanno adottato presidi e controlli, ma fino a martedì chi tra gli ospiti voleva uscire lo ha fatto.
Di certo si è mossa una trentina di migranti che in questi mesi ha ottenuto un regolare contratto di lavoro e tra loro, come hanno evidenziato i test, 7 sono risultati positivi. «La maggior parte non lascia mai la struttura a causa di particolari situazioni personali – spiega il coordinatore regionale Cri Francesco Bosa – I soggetti positivi sono invece impiegati in aziende agricole del territorio, tutte già avvisate, quindi con contatti minimi all’esterno della struttura».
Resta da capire in che occastati sione possa essersi contagiato il primo positivo dato che, come ha spiegato lo stesso Bosa, «il ragazzo, in quanto dolorante, è rimasto quasi sempre a letto nella sua camera».
Tutte le persone risultate positive sono state trasferite ieri sera in altre strutture protette all’interno della Regione. Una ventina, stando ad alcune ipotesi emerse ieri, sarebbero state accompagnate a Cavarzere.
Intanto 85 negativi sono messi in isolamento nella stessa residenza di via Levantina mentre si attende il responso di una decina di test. L’azienda sanitaria ha chiesto che le persone siano sistemate in moduli separati e senza contatti in modo che eventuali nuove positività vengano gestite in maniera agevole. «Fra 7 giorni verranno sottoposti ad altro tampone e dopo altri 7 giorni effettueranno un terzo tampone», ha chiarito Nicolardi.
All’interno della struttura saranno gli operatori della Croce Rossa, il cui organico è stato integrato per fronteggiare l’emergenza, a sanificare i locali e assicurare il rispetto delle norme. Tra que
Forcolin Albergatori e negozianti dovrebbero chiedere i danni ai vertici della Croce Rossa
ste anche l’ordinanza specificatamente emanata mercoledì sera dal sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia.
Il provvedimento vieta a chiunque sia ospitato nel centro di allontanarsi finché non arriverà il via libera dell’azienda sanitaria al termine della quarantena. In caso di violazione si incorre in una denuncia penale. «Ho inoltre chiesto rassicurazioni al questore sul fatto che queste persone non circolino – aggiunge il sindaco – e ho avuto pronta garanzia dell’invio di ulteriori forze dell’ordine per il presidio dell’intero perimetro della struttura, anche di notte».
Immediata la bufera politica: «Propongo a tutti i commercianti, operatori, albergatori e all’amministrazione comunale di costituirsi parte civile contro i vertici della Croce Rossa per il danno d’immagine che sta arrecando alla località, lo sgombero forzato e immediato della sede e la sanificazione dei locali – attacca il vicepresidente della Regione Veneto Gianluca Forcolin Quello della location della Croce Rossa è un tema che parte da lontano, chissà sia anche la volta buona per risolvere la questione, chiudendo questo centro che serve solo a pochi per far business, sulla pelle dei soliti noti».
A chiedere l’evacuazione è anche il consigliere regionale ed ex sindaco di Jesolo Francesco Calzavara, il quale parla di «pesantissimo danno di immagine per la nostra località». «Certe scelte irresponsabili del governo in tema di immigrazione stanno diventando un fattore di rischio, anche per i nostri territori – fa eco il deputato Lorenzo Fontana, commissario della Liga Veneta - Siamo vicini agli abitanti di Jesolo e agli operatori turistici che, in una stagione già compromessa dalla crisi, devono purtroppo fare i conti con situazioni che, con un approccio meno ideologico da parte del governo, sarebbero state evitabili».
Proseguono intanto le indagini per ricostruire i contatti degli altri soggetti contagiati in queste settimane sul territorio provinciale. Uno dei casi sui quali l’attenzione è maggiore riguarderebbe una prostituta attiva nel Veneziano e risultata positiva dopo un recente controllo.