Corriere di Verona

Tamponi choc, sono 250 i migranti positivi

E a Verona si registra un’impennata delle persone in isolamento: quasi 1200. Morta una 84enne in casa di riposo

- Madiotto, Orsato

Non è bastato dividere i profughi in palazzine diverse: la Caserma Serena di Casier, alle porte di Treviso, è diventato il più grande focolaio d’Italia. L’esito choc degli ultimi tamponi ha rivelato ieri sera che sono diventati 250 su 300 i migranti positivi (anche 11 operatori). A Verona intanto c’è stata un’impennata delle persone in isolamento: trecento in due giorni che portano il totale a 1.167. Da registrare anche un’anziana morta in casa di riposo.

Contrariam­ente all’ottimismo dimostrato dal direttore dell’Usl 2 il giorno in cui venivano effettuati i tamponi, l’aumento esponenzia­le dei casi positivi fra i profughi dell’ex caserma Serena di Treviso è qualcosa di molto simile a un disastro. Erano 137 una settimana fa: dopo il maxi screening di controllo, al termine di una settimana di quarantena obbligator­ia, i positivi sono diventati 233 su 284 ospiti a cui si aggiungono anche 11 operatori (su 25), che prima invece non avevano evidenziat­o contatti con il virus. Ci sono solamente 47 persone “sane” lì dentro e altre 18 che però dovranno attendere un ulteriore tampone per sapere se sono positive o negative. Ad alleggerir­e la tensione non basta che, su circa 130 colleghi di lavoro delle aziende in cui sono impiegati i migranti, le positività siano state soltanto due. Quello che sta capitando all’interno della Serena, dove le linee guida evidenteme­nte non hanno sortito effetto sul contenimen­to del contagio, diventa un grosso problema e un allarme sanitario.«Qui ci sono delle gravi responsabi­lità e altrettant­o gravi silenzi del Governo - taglia corto il sindaco di Treviso Mario Conte -. Da lì non deve uscire nessuno finché non saranno tutti negativi, dobbiamo tutelare la salute della nostra comunità. I danni al territorio sono incalcolab­ili, qualcuno dovrà renderne conto». Quasi otto su dieci fra i rifugiati e i dipendenti di Nova Facility sono positivi al Covid. Conte sta preparando una richiesta a Nova Facility: vuole sapere cosa sia accaduto alla caserma. «E come mai ci siano così pochi operatori a monitorare la situazione – dice Conte -. Bar, ristoranti, negozi e fabbriche applicano rigorosame­nte le linee guida per ridurre il contagio. Non è che allora alla Serena possa succedere di tutto. Penso ai ragazzi lì accolti, a chi ha altre patologie. Ma se non ci sono regole, tutti mangiano insieme, dormono dove dormivano prima, non usano le mascherine e non rispettano l’isolamento negli edifici preposti, ci sono delle carenze evidenti».

Ovviamente, l’isolamento della struttura continua, la Serena è blindata dalle forze dell’ordine, e ci sono molti dubbi sul fatto che possa riaprire i cancelli al termine delle due settimane di prassi. «Abbiamo chiesto all’azienda un resoconto di quanto sta accadendo - annuncia il prefetto Maria Rosaria Laganà -. Dovranno farci sapere il motivo per cui il contagio si è esteso, cosa hanno fatto per rispettare le prescrizio­ni dell’Usl, quanto personale aggiuntivo è stato inserito, se ci sono state delle carenze». Già prima dell’esito drammatico del terzo round di tamponi il prefetto evidenziav­a criticità, anche sui disordini che si verificano nella struttura. «Prima dell’emergenza non c’erano segnalazio­ni, si comportava­no tutti bene, altrimenti saremmo intervenut­i. Cos’è cambiato? Non sappiamo di chi fra gli ospiti siano le responsabi­lità, attendiamo le indagini dell’autorità giudiziari­a. Valutare la gestione dell’azienda in questo momento è complicato, ci sono 290 ospiti chiusi, alcuni malmostosi, e non possiamo chiedere a Nova Facility azioni di forza, ma abbiamo chiesto che sia aumentata la vigilanza».

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I test Il personale sanitario dell'Usl esegue tamponi sugli ospiti della caserma Serena

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