«Una cancellata per proteggere la Basilica»
Don Ballarini ha inviato la richiesta al sindaco
Il sagrato della Basilica di San Zeno potrebbe presto essere «sbarrato» da una grande cancellata scorrevole. Lo ha chiesto l’abate Ballarini in una lettera al sindaco Sboarina.
Il sagrato della Basilica di San Zeno potrebbe presto essere «sbarrato» da una grande cancellata scorrevole, che parta dal fianco di San Procolo (la piccola, splendida chiesetta che si trova sulla destra, guardando la facciata di San Zeno) per arrivare fino alla Torre abaziale (dalla parte opposta della piazza): una cancellata che dovrebbe essere assai simile a quella già esistente all’Arco dei Gavi, in corso Cavour, da lasciare aperto durante il giorno ma da chiudere ermeticamente nelle ore serali e notturne.
La clamorosa proposta, destinata a far molto discutere, è stata lanciata dall’abate della Basilica, monsignor Giovanni Ballarini, dopo un sopralluogo compiuto assieme al Sovrintendente ai Beni Architettonici, Vincenzo Tinè, che si è dichiarato favorevole all’idea. Monsignor Ballarini ha perciò preso carta e penna ed scritto una lettera al sindaco di Verona, Federico Sboarina. L’abate lamenta come il sagrato sia ormai diventato «un abituale campo di calcio» per i ragazzi, con conseguenti «pallonate addosso ai due luoghi sacri (San Zeno e San Procolo, ndr) che sono numerose e durano anche fino a tarda notte», con relativi schiamazzi che accompagnano «le varie esibizioni ludiche».
Il tutto, prosegue l’abate, accompagnato da bevute, in un pullulare di monopattini, biciclette e carrozzine, nonché trasformando la zona in una meta di raduno di cani (con relative deiezioni che i proprietari non si preoccupano di asportare), per non parlare del continuo parcheggio abusivo. Monsignor Ballarini ricorda che il portale in legno della Basilica è addossato alle storiche, preziosissime (e delicate) formelle di bronzo, e non ne garantisce la massima sicurezza.Un progetto per la cancellata è stato già preparato dall’architetto Flavio Pachera e depositato in Sovrintendenza (con costo a carico della comunità di San Zeno).
Il sagrato è di proprietà comunale, ma l’abate chiede che venga concesso in uso alla parrocchia di San Zeno, come già avvenuto nel 1984 per la chiesa di San Procolo. Lo stesso abate ricorda al sindaco che, in quella occasione, su richiesta dell’abate precedente, monsignor Ampelio Martinelli, il Comune aveva appunto concesso in uso alla parrocchia di San Zeno la chiesa di San Procolo, dopo una ristrutturazione progettata da Libero Cecchini negli anni Ottanta: una concessione che allora era avvenuta grazie ad un comodato della durata di 99 anni, modalità che l’abate propone di seguire anche adesso, per l’uso del sagrato.Rimane poi l’altro grande tema della liberazione completa di piazza San Zeno dalle automobili, facendola divenire completamente pedonale, una volta riaperto il parcheggio sotterraneo di piazza Corrubbio, chiuso da molti mesi, dopo vicende travagliatissime, ma che potrebbe essere riattivato se darà frutti l’interessamento recentemente mostrato a parte di una ditta privata per la sua gestione.Tornando al sagrato che adesso si propone di recintare, ricordiamo che fu, più di mille anni fa, il vero nucleo dell’intero quartiere (allora un burgus, ossia un borgo), attorno al quale cominciarono via via a sorgere gli edifici residenziali che hanno ospitato generazioni di «sanzenàti». Per conoscerne invece il futuro, ovviamente, si attende la risposta del sindaco all’abate.