Sanità privata, contratto al palo Cgil, Cisl e Uil insorgono
Sindacati sul piede di guerra e ieri presidio davanti all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar per «la mancata ratifica dell’intesa tra le parti che, dopo 14 anni di esasperata attesa, rinnovava il contratto della sanità privata». Un «fatto di gravità assoluta» attaccano i segretari provinciali di Cgil Sonia Todesco, Cisl Giovanni Zanini e Uil Stefano Gottardi: «I rappresentanti dei datori di lavoro Aiop ed Aris non hanno apposto la firma definitiva al contratto dopo che gli stessi si erano impegnati con la preintesa del 10 giugno - attaccano in blocco le sigle -. La rottura con sindacati e lavoratori è avvenuta nonostante la Conferenza delle Regioni ed il Ministero della Salute si fossero impegnati a sostenere il 50% dei costi per il rinnovo contrattuale attraverso la revisione delle tariffe per il pagamento delle prestazioni. Un sistema di remunerazione oramai regionalizzato con differenze eclatanti da regione a regione, tutte a carico dei bilanci regionali che garantiscono un monopolio straordinario all’impresa privata oltreché ingenti profitti, spesso fortemente ingiustificati nel confronto tra regioni». La richiesta è che i lavoratori del comparto privato vengano equiparati anche economicamente a quelli della sanità pubblica: per i sindacati, «il vero intervento della politica nella nostra regione dovrebbe essere ora quello di azzerare tutti i miglioramenti economici previsti dal Tariffario Regionale rispetto al Tariffario Nazionale».