Corriere di Verona

Il delitto nel Rodigino, la vittima aveva 85 anni e soffriva di cuore. Arrestato il figlio, che ha problemi psichici Uccide a colpi di forbice il padre malato

- Antonio Andreotti

Un dolore insopporta­bile nel vedere il padre di 85 anni, Terenzio Roma, ridotto in quello stato, con serissimi problemi al cuore e allettato da mesi.

Il ritorno a casa del genitore dall’ospedale di Adria, avvenuto martedì scorso, avrebbe innescato nel figlio una disperazio­ne incontenib­ile arrivando a indurlo a colpire l’anziano con un paio di forbici. Sarebbe questo il movente dell’omicidio avvenuto l’altro ieri attorno alle 19 nel piccolo paese di Corbola, circa 2.400 anime, che si trova nel Delta del Po. L’autore del gesto, il disoccupat­o 45enne Terenzio Roma (ha lo stesso nome del padre e per questo in paese tutti lo chiamano Simone) da tempo sofferente di schizofren­ia e seguito dal servizio di Psichiatri­a dell’Usl 5, è in stato di fermo per omicidio volontario da parte dei carabinier­i della Compagnia di Adria e del Nucleo investigat­ivo rodigino. Il pm di Rovigo Ermindo Mammucci ha poi disposto l’autopsia, e il sequestro dell’abitazione. È al vaglio, invece, la consulenza psichiatri­ca sul fermato. Il provvedime­nto del pm, convalidat­o ieri pomeriggio dal giudice per le indagini preliminar­i Sara Zen con la misura degli arresti domiciliar­i in ospedale, trova spiegazion­e in una sorta di raptus del fermato.

L’altra sera il 45enne avrebbe avvicinato il padre che era a letto per poi colpirlo con una forbice con le punte arrotondat­e, al collo e alla testa. L’anziano, a causa delle lesioni subite e inizialmen­te ritenute non gravi, è stato trasportat­o all’ospedale di Adria. Le condizioni di Roma, già

molto provato per i suoi pregressi problemi di salute, sono però peggiorate fino al decesso avvenuto alle 23 dell’altra sera. In ospedale ad Adria è stato ricoverato anche il figlio, piantonato dai militari dell’Arma e completame­nte sotto choc.

In casa al momento dell’accaduto c’era una delle tre sorellastr­e dell’assassino, nate dal primo matrimonio dell’85enne, che ha telefonato al sindaco di Corbola Michele

Domeneghet­ti. Il primo cittadino a sua volta ha chiamato i carabinier­i e il Suem-118. «Sono andato subito a vedere cos’era accaduto - spiega Domeneghet­ti – e ho trovato Simone, che è sempre rimasto in casa e si vedeva che era molto disorienta­to ma con un atteggiame­nto tranquillo. La preoccupaz­ione mia e della sorella è stata quella di tenerlo lontano dalla camera da letto del padre fino all’arrivo dei carabinier­i. Simone è una persona che, pur con dei problemi, non ha mai avuto comportame­nti violenti».

La comunità di Corbola ha accolto con stupore la notizia dell’omicidio di Terenzio Roma, ex imprendito­re prima nel settore delle lapidi e poi dei videogioch­i e in pensione da oltre un decennio. Qualcuno si spinge a ipotizzare «un gesto di pietà per il padre che, purtroppo, ormai stava per morire».

«È sempre stata una persona tranquilla - raccontano i residenti del piccolo comune deltino - e lo si vedeva sempre andare in giro in bicicletta per il paese. Sapevamo dei suoi problemi psichiatri­ci ma non ha mai dato fastidio a nessuno».

La vittima e il figlio abitavano in una grande casa a due piani in via Pampanini. All’abitazione, che si trova in centro a Corbola, si accede da un viottolo situato in un’area di proprietà privata. La zona è piuttosto degradata, con erbacce e sterpaglie, a causa del fallimento del proprietar­io, un imprendito­re della provincia di Como. Anche l’abitazione dei Roma, utilizzata solo al pianterren­o, all’esterno si presenta in cattive condizioni coi muri scrostati. I due Terenzio erano in qualche misura autosuffic­ienti dal punto di vista economico, avendo entrambi la pensione di invalidità, e non erano seguiti dai Servizi sociali comunali.

L’allarme

A dare l’allarme è stata la sorella di «Simone» Roma, che ha telefonato al sindaco di Corbola, subito accorso nella casa del delitto

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy