Fir, risolto il caso redditi
VENEZIA Rimborsi Fir, risolto il caso redditi da ricalcolare. Le domande trovatesi a sforare il tetto dei 35 mila euro saranno salvate con l’integrazione dei documenti. E si rafforza l’idea dei primi bonifici a settembre.
Rimborsi per i crac bancari, risolto il nodo del limite di reddito di 35 mila euro. Mentre prende corpo l’ipotesi dei primi bonifici già a settembre. C’è la via d’uscita alla risposta data a fine luglio dall’Agenzia delle entrate all’interpello del tributarista padovano Loris Mazzon, con cui venivano reinseriti i redditi forfetari incassati in partita Iva e quelli con la cedolare secca, facendo sforare il tetto a una parte delle domande di rimborso presentate col regime semplificato al Fondo indennizzo risparmiatori. La soluzione è stata definita l’altro ieri in una riunione tra la Commissione tecnica del ministero dell’Economia che sovrintende al Fir e i tecnici Consap, la società del Tesoro che segue la partita rimborsi.
«Se dovessero emergere errori dei risparmiatori - ha riassunto ieri il sottosegreterio all’Economia, Alessio Villarosa - si risolverà il tutto con una richiesta di integrazione documentale». In concreto la soluzione, che verrà tradotta in una determinazione della Commissione tecnica pubblicata sul sito del Fir, prevede che nessuna delle domande finite oltre i 35 mila euro sia scartata. Sfruttando il canale dell’integrazione dei documenti, sarà la stessa Consap ad avvertire i risparmiatori che abbiano presentato una richiesta di rimborso entro il tetto dei 35 mila euro e che si trovino ora ad aver sforato i limiti.
Ci saranno sessanta giorni per prendere due strade. O correggere la domanda e rimanere nella corsia dell’accesso semplificato al Fir, se si dimostra di rimanere sotto l’altro limite, il patrimonio mobiliare sotto i centomila euro, attraverso la Dichiarazione sintetica unica (Dsu), ottenibile dai Caf o dall’Inps. Se anche il secondo tetto viene sforato, il risparmiatore dovrà presentare una domanda di rimborso con il canale ordinario, che chiede di dimostrare le violazioni massive. La commissione tecnica ha già prodotto le linee-guida per i casi tipici di violazione (si possono trovare tra le delibere pubblicate sul sito), in aggiunta a quanto definito dall’articolo 7 del decreto del 10 maggio 2019 del ministero dell’Economia.
«Alla fine la questione è stata risolta.
Merito di Consap che ha preso atto del problema e si è mossa rapidamente. Se lo spirito con cui ci si muove è di collaborazione le soluzioni si trovano. E d’altra parte meglio esserci trovati ad affrontare tutto ora, piuttosto che doverlo fare magari nella fase in cui i rimborsi erano già partiti», sostiene Mazzon.
Intanto il sottosegretario Villarosa, dichiara che la prima fase delle verifiche informatiche sulle 144 mila domande di rimborso è chiusa: «I fascicoli verranno distinti in due blocchi. Quelli completi saranno pronti per l’esame della commissione tecnica e quelli oggetto di integrazione documentale seguiranno un secondo passaggio di analisi». E poi, sui pagamenti, aggiunge: «I test informatici tra segreteria tecnica del Fir e Agenzia delle entrate sono andati a buon fine. D’intesa con la Ragioneria generale dello Stato si potrà avviare il flusso di rimborsi entro il mese di settembre». La commissione tecnica deciderà se per l’intero importo o con un anticipo fino al 40%.
Mazzon Consap si è mossa in modo veloce Meglio aver risolto ora il nodo
Villarosa Fatti i test informatici I rimborsi si potranno avviare entro settembre