Corriere di Verona

Fir, risolto il caso redditi

- Di Federico Nicoletti

VENEZIA Rimborsi Fir, risolto il caso redditi da ricalcolar­e. Le domande trovatesi a sforare il tetto dei 35 mila euro saranno salvate con l’integrazio­ne dei documenti. E si rafforza l’idea dei primi bonifici a settembre.

Rimborsi per i crac bancari, risolto il nodo del limite di reddito di 35 mila euro. Mentre prende corpo l’ipotesi dei primi bonifici già a settembre. C’è la via d’uscita alla risposta data a fine luglio dall’Agenzia delle entrate all’interpello del tributaris­ta padovano Loris Mazzon, con cui venivano reinseriti i redditi forfetari incassati in partita Iva e quelli con la cedolare secca, facendo sforare il tetto a una parte delle domande di rimborso presentate col regime semplifica­to al Fondo indennizzo risparmiat­ori. La soluzione è stata definita l’altro ieri in una riunione tra la Commission­e tecnica del ministero dell’Economia che sovrintend­e al Fir e i tecnici Consap, la società del Tesoro che segue la partita rimborsi.

«Se dovessero emergere errori dei risparmiat­ori - ha riassunto ieri il sottosegre­terio all’Economia, Alessio Villarosa - si risolverà il tutto con una richiesta di integrazio­ne documental­e». In concreto la soluzione, che verrà tradotta in una determinaz­ione della Commission­e tecnica pubblicata sul sito del Fir, prevede che nessuna delle domande finite oltre i 35 mila euro sia scartata. Sfruttando il canale dell’integrazio­ne dei documenti, sarà la stessa Consap ad avvertire i risparmiat­ori che abbiano presentato una richiesta di rimborso entro il tetto dei 35 mila euro e che si trovino ora ad aver sforato i limiti.

Ci saranno sessanta giorni per prendere due strade. O correggere la domanda e rimanere nella corsia dell’accesso semplifica­to al Fir, se si dimostra di rimanere sotto l’altro limite, il patrimonio mobiliare sotto i centomila euro, attraverso la Dichiarazi­one sintetica unica (Dsu), ottenibile dai Caf o dall’Inps. Se anche il secondo tetto viene sforato, il risparmiat­ore dovrà presentare una domanda di rimborso con il canale ordinario, che chiede di dimostrare le violazioni massive. La commission­e tecnica ha già prodotto le linee-guida per i casi tipici di violazione (si possono trovare tra le delibere pubblicate sul sito), in aggiunta a quanto definito dall’articolo 7 del decreto del 10 maggio 2019 del ministero dell’Economia.

«Alla fine la questione è stata risolta.

Merito di Consap che ha preso atto del problema e si è mossa rapidament­e. Se lo spirito con cui ci si muove è di collaboraz­ione le soluzioni si trovano. E d’altra parte meglio esserci trovati ad affrontare tutto ora, piuttosto che doverlo fare magari nella fase in cui i rimborsi erano già partiti», sostiene Mazzon.

Intanto il sottosegre­tario Villarosa, dichiara che la prima fase delle verifiche informatic­he sulle 144 mila domande di rimborso è chiusa: «I fascicoli verranno distinti in due blocchi. Quelli completi saranno pronti per l’esame della commission­e tecnica e quelli oggetto di integrazio­ne documental­e seguiranno un secondo passaggio di analisi». E poi, sui pagamenti, aggiunge: «I test informatic­i tra segreteria tecnica del Fir e Agenzia delle entrate sono andati a buon fine. D’intesa con la Ragioneria generale dello Stato si potrà avviare il flusso di rimborsi entro il mese di settembre». La commission­e tecnica deciderà se per l’intero importo o con un anticipo fino al 40%.

Mazzon Consap si è mossa in modo veloce Meglio aver risolto ora il nodo

Villarosa Fatti i test informatic­i I rimborsi si potranno avviare entro settembre

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