Rimpasto di giunta, ancora uno slittamento
Il vertice a Bardolino si è concluso senza esito. Verona Domani vuole stringere i tempi
(l.a.) Ancora un rinvìo per il rimpasto della giunta comunale di Verona, sul tavolo da molti mesi ma che fatica a decollare. Ieri si è tenuto un nuovo vertice tra i segretari dei partiti di maggioranza e il sindaco, Federico Sboarina. L’incontro era stato convocato in un hotel di Bardolino per evitare orecchie ed occhi indiscreti (oltre che per cortesia nei confronti del sindaco, che sta trascorrendo una semi-vacanza proprio in zona lago). Ancora una volta, però, la riunione non ha dato esiti concreti, soprattutto per due posizioni contrapposte, riconfermate anche ieri.
Il movimento Verona Domani
vorrebbe infatti che il sindaco decidesse subito, per far entrare in giunta un proprio esponente (che potrebbe essere il consigliere regionale Andrea Bassi) al posto dell’assessore Edi Maria Neri, magari con qualche cambiamento nelle deleghe (la Neri gestisce il Patrimonio e la Legalità, Verona Domani chiede un settore di maggior «peso»). La Lega, invece, difende con le unghie e coi denti la propria esponente, e punta a rinviare tutto a dopo le elezioni regionali.
A complicare le cose c’è la vicenda delle nomine ai vertici di Amt, VeronaMercato e Solori. La riconferma di Francesco
Barini alla guida di Amt incontrerebbe nuovi ostacoli di natura giuridica (l’incarico sarebbe inconferibile per una delibera adottata a livello nazionale dall’Anac). Quanto alla presidenza di Agsm, c’è una candidatura del leader di Battiti, Alessandro Montagna, ma resta sul tavolo anche l’ipotesi di affidare la successione di Daniele Finocchiaro ad un esponente della Lega.
I vertici tra i leader del centrodestra hanno creato mugugni in Forza Italia: alle riunioni partecipa infatti Roberto Bianchini, capogruppo azzurro in consiglio comunale ma che ha dichiarato esplicinuova, tamente di riconoscersi in Daniele Polato, il quale però è passato in Fratelli d’Italia. Tutti i partiti intanto lavorano alle liste elettorali.
La situazione più complicata è quella della Lega, che di liste deve prepararne tre (quella di partito, la Lista Zaia e la Lista degli Amministratori). Nella lista del partito ci saranno Alessandro Montagnoli,
Elisa De Berti ed Enrico Corsi (e viene smentito che quest’ultimo possa avere grane per aver affisso qualche manifesto in anticipo, nonostante il divieto per ogni forma di propaganda prima del «via» ufficiale).
La Lista Zaia sarà guidata da Stefano Valdegamberi e dovrebbe ospitare Anna Grassi e il leader dei Giovani Padani, Alberto Todeschini (ma l’ultima parola la dirà Zaia in persona). Nomi «di peso» cercansi, invece, per la Lista degli Amministratori, considerata la meno forte e quindi meno…appetita delle altre.
La strategia
La Lega punta a rinviare ogni decisione a dopo le elezioni regionali