Confindustria, Feltrin corre per la guida di Federlegno
L’imprenditore trevigiano lancia la sfida per il dopo-Orsini
È Claudio Feltrin, presidente di Arper, di Monastier (Treviso), il secondo candidato per la corsa alla successione di Emanuele Orsini alla presidenza di Federlegno Arredo per il mandato 2021-’24. L’altro concorrente è Stefano Bordone, vicepresidente vicario di Orsini, dimessosi dopo la nomina a vicepresidente di Confindustria nazionale. Secondo regolamento, le candidature dovranno pervenire entro il 3 settembre per essere poi sottoposte al consiglio dei «Saggi»; il voto si svolgerà nell’assemblea del 30 e 31 ottobre. Dove e in quale forma, date le imprevedibili evoluzioni della situazione Covid19, è tutto da definire.
Feltrin è dal 2017 leader italiano della sezione Assarredo e spiega la sua decisione con l’intenzione di «identificare i problemi delle imprese, studiando soluzioni percorribili, condivise, solide e promettenti non solo per superare gli inevitabili ostacoli, ma per trasformare le difficoltà in altre opportunità»
Presidente, la necessità di dotare le scuole di 4,5 milioni di banchi monoposto di nuova concezione imposta dall’epidemia pare un’opportunità per il settore.
«Certo, ma solo in teoria. Siamo di fronte a un progetto del tutto inattuabile. Tempi e numeri sono assolutamente improponibili per le capacità produttive del nostro comparto».
Tempi troppo stretti?
«Mi spiego con una metafora. È come se qualcuno ci offrisse in regalo una splendida vacanza di un mese alle Seychelles, accompagnati da chi vogliamo e tutto spesato senza limite, ma a condizione di partire non oltre le otto di domani mattina. Chi potrebbe farlo?».
In concreto?
«Non stiamo parlando di oggetti banali da riprodurre in fotocopia. Non sono astronavi, ma si tratta di arredi che devono funzionare in un modo preciso e che richiedono, per la realizzazione, l’attivazione di una filiera ben sincronizzata. E, insieme, il contratto con il governo prevede penali pesantissime sui ritardi nella fornitura. Credo che ragionevolmente nessuno vorrebbe correre il rischio di vincere una gara del genere».
Per capirci, quanto tempo ci vorrebbe, con la rete di produzione italiana per produrre 4,5 milioni di banchi con quelle caratteristiche?
«Ad essere ottimisti due anni. Lavorando a testa bassa da oggi a fine 2020 si potrebbe arrivare al 10% ma con mille rischi di ricorsi. Sappiamo che in Italia i reclami ai Tar delle aziende escluse da gare pubbliche sono la regolarità. Figuriamoci se non accadrebbe lo stesso anche in questa occasione».
Dunque, di fronte alla necessità di arredare le scuole con i nuovi criteri lei cosa proporrebbe?
«L’unico modo ragionevole è discutere con la nostra categoria e immaginare forniture secondo scaglionamenti concordati. Togliendo di mezzo le penali, però, perché si capisce bene come sia sufficiente un intoppo in qualsiasi punto della filiera per bloccare il processo; e rischi simili sono troppo pericolosi».
Domanda politica: L’appartenenza della vicepresidente di Confindustria e sua conterranea Maria Cristina Piovesana allo stesso suo settore può condizionare, in un verso o nell’altro, la sua corsa alla presidenza di Federlegno?
«La sua presenza in quella posizione è una grande opportunità. La sua delega ai temi ambientali è perfetta per la svolta sostenibile che il nostro comparto sta assumendo. La conosco bene e ci siamo sempre capiti alla perfezione».
L’opportunità Impossibile per le aziende italiane realizzare 4,5 milioni di banchi in tempi simili