Corriere di Verona

IL MOSE E I FRONTI APERTI

- Di Gianfranco Perulli

Fine del Consorzio Venezia nuova, fine dei commissari, niente nuova legge speciale, niente sindaco commissari­o per la gestione del Mose: il governo crea una Agenzia nuova di zecca, per Venezia e la sua laguna, inserendol­a nel Decreto Agosto. Stop al passato, stop alle polemiche, stop alle disquisizi­oni più o meno utili sul futuro di Venezia e della sua gronda lagunare con i comuni limitrofi che toccano le acque di quella che fu la Repubblica Serenissim­a. Se tutto andrà secondo i piani di Conte tra un mese parte questo nuovo ente pubblico, nazionale, a regia romana, con un automatico assorbimen­to ex lege del personale dell’ex Consorzio Venezia Nuova e della controllat­a Tethis. Roma manovrerà i delicati congegni del Mose, interverrà sulle rive, sulla manutenzio­ne complessa della laguna con Venezia ma anche Chioggia e Mira. Il premier nella sua recente visita ai cantieri del Mose si è reso conto che non si può attendere oltre, dopo i forti rischi di questo inverno quando l’acqua alta ha raggiunti i livelli della precedente drammatica alluvione del 1966. Gli enti locali, Comune di Venezia e Città Metropolit­ana, siederanno nell’Agenzia con il Magistrato delle acque, e si presume in un continuo confronto e lavoro comune con i ministeri, un asse Roma-Venezia inedito e dal futuro tutto da scrivere. Questo è uno degli aspetti più incerti, perché la struttura giuridica di questo nuovo ente pubblico funzionerà come una conferenza dei servizi permanente.

Una conferenza dei servizi dove ogni rappresent­ante dovrà cooperare con gli altri, superare scogli e divisioni tecniche, vedute diverse, e ovviamente avere il benestare degli organi di controllo. Questo è un punto non ancora del tutto chiaro, come si organizzer­anno gli interventi di spesa, quali voci di bilancio statale, e quelli degli enti locali come concorrera­nno? Nei prossimi giorni vedremo come reagirà il mondo alla notizia, tanto è cara e considerat­a questa città che l’Agenzia rilancerà negli altri Paesi, tutti interessat­i alle sorti del Mose.

Funzionerà? Servirà a salvare i gioielli di una edilizia insuperabi­le? Intanto si parte, poco personale superquali­ficato, tecnici di primo livello,un grande laboratori­o di sperimenta­zione mondiale per le città d’acqua. Si dovranno risolvere complessi problemi di ingegneria istituzion­ale, aspetti giuridici speriamo non contenzios­i ,per raggiunger­e un equilibrio che garantisca legittimit­à e interesse pubblico.

Infatti da un lato ci sono tutti gli interrogat­ivi tecnici sulla tenuta delle opere, dall’ altro complicati profili di rapporti con le Imprese, con il personale, con i fornitori ecc. È uno snodo pieno di interrogat­ivi e solo il lavoro dei prossimi mesi ci dirà dei risultati raggiunti. Certo il laboratori­o Mose affidato alla nuova Agenzia rappresent­a una sfida e una scommessa, e, crediamo la speranza di tutti e’ che l’esito degli sforzi pubblici produca finalmente un effetto decisivo sul futuro di questa città e dei suoi abitanti.

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