IL MOSE E I FRONTI APERTI
Fine del Consorzio Venezia nuova, fine dei commissari, niente nuova legge speciale, niente sindaco commissario per la gestione del Mose: il governo crea una Agenzia nuova di zecca, per Venezia e la sua laguna, inserendola nel Decreto Agosto. Stop al passato, stop alle polemiche, stop alle disquisizioni più o meno utili sul futuro di Venezia e della sua gronda lagunare con i comuni limitrofi che toccano le acque di quella che fu la Repubblica Serenissima. Se tutto andrà secondo i piani di Conte tra un mese parte questo nuovo ente pubblico, nazionale, a regia romana, con un automatico assorbimento ex lege del personale dell’ex Consorzio Venezia Nuova e della controllata Tethis. Roma manovrerà i delicati congegni del Mose, interverrà sulle rive, sulla manutenzione complessa della laguna con Venezia ma anche Chioggia e Mira. Il premier nella sua recente visita ai cantieri del Mose si è reso conto che non si può attendere oltre, dopo i forti rischi di questo inverno quando l’acqua alta ha raggiunti i livelli della precedente drammatica alluvione del 1966. Gli enti locali, Comune di Venezia e Città Metropolitana, siederanno nell’Agenzia con il Magistrato delle acque, e si presume in un continuo confronto e lavoro comune con i ministeri, un asse Roma-Venezia inedito e dal futuro tutto da scrivere. Questo è uno degli aspetti più incerti, perché la struttura giuridica di questo nuovo ente pubblico funzionerà come una conferenza dei servizi permanente.
Una conferenza dei servizi dove ogni rappresentante dovrà cooperare con gli altri, superare scogli e divisioni tecniche, vedute diverse, e ovviamente avere il benestare degli organi di controllo. Questo è un punto non ancora del tutto chiaro, come si organizzeranno gli interventi di spesa, quali voci di bilancio statale, e quelli degli enti locali come concorreranno? Nei prossimi giorni vedremo come reagirà il mondo alla notizia, tanto è cara e considerata questa città che l’Agenzia rilancerà negli altri Paesi, tutti interessati alle sorti del Mose.
Funzionerà? Servirà a salvare i gioielli di una edilizia insuperabile? Intanto si parte, poco personale superqualificato, tecnici di primo livello,un grande laboratorio di sperimentazione mondiale per le città d’acqua. Si dovranno risolvere complessi problemi di ingegneria istituzionale, aspetti giuridici speriamo non contenziosi ,per raggiungere un equilibrio che garantisca legittimità e interesse pubblico.
Infatti da un lato ci sono tutti gli interrogativi tecnici sulla tenuta delle opere, dall’ altro complicati profili di rapporti con le Imprese, con il personale, con i fornitori ecc. È uno snodo pieno di interrogativi e solo il lavoro dei prossimi mesi ci dirà dei risultati raggiunti. Certo il laboratorio Mose affidato alla nuova Agenzia rappresenta una sfida e una scommessa, e, crediamo la speranza di tutti e’ che l’esito degli sforzi pubblici produca finalmente un effetto decisivo sul futuro di questa città e dei suoi abitanti.