Fondi di confine 7,6 milioni ai Comuni veronesi
Il Comitato ha incontrato i 48 sindaci: 1,3 milioni per l’emergenza sanitaria
Sette milioni e 600mila euro (oltre al normale finanziamento di mezzo milione l’anno) sono in arrivo per i Comuni veronesi che confinano con le province di Trento e di Bolzano. L’intesa in materia è stata presentata ai sindaci di 48 Comuni della nostra provincia dal presidente del Comitato, Roger De Menech.
(l.a.) Sette milioni e 600mila euro (oltre al normale finanziamento di mezzo milione l’anno) sono in arrivo per i Comuni veronesi che confinano con le province di Trento e di Bolzano. L’intesa in materia (sottoscritta l’11 giugno, entrata in vigore il 26, e che assegna le risorse per il periodo 2019-2023)è stata presentata ai sindaci di 48 Comuni della nostra provincia dal presidente del Comitato, Roger De Menech. Ferme restando le consuete erogazioni annuali di 500 mila euro per ciascun Comune, la nuova intesa prevede la distribuzione ai Comuni veronesi del 9,20 per cento dei finanziamenti complessivi che spettano a centri veneti e lombardi, pari a 5 milioni di euro che nel periodo oggetto dell’intervento dal 2019 al 2023 - raggiungeranno i 25 milioni di euro. Nel corso dell’incontro è stata inoltre illustrata la cosiddetta «delibera Covid», decisa dallo stesso Comitato, con cui viene destinato a interventi per l’emergenza sanitaria il 30 per cento delle risorse 2019, pari a 1,3 milioni di euro per la provincia di Verona. Per questa seconda forma di finanziamento, la scadenza per presentare i relativi progetti è fissata per il prossimo 31 ottobre.
De Menech ha sottolineato che «il Comitato ha accelerato i pagamenti ai Comuni, e dal primo gennaio ad oggi sono già stati erogati a tutti i 48 Comuni di Confine circa 30 milioni di euro, risorse immediatamente disponibili per le amministrazioni e per le imprese fornitrici in un momento così difficile». Per la provincia di Verona i comuni di prima fascia, cioè direttamente confinanti con la Provincia di Trento, sono Bosco Chiesanuova, Brentino Belluno, Dolcè, Erbezzo, Ferrara Monte Baldo, Malcesine, Sant’Anna d’Alfaedo e Selva di Progno. Quelli di seconda fascia sono Badia Calavena, Brenzone, Caprino Veronese, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, Rivoli Veronese, Roverè Veronese, San Zeno di Montagna, Velo Veronese, Vestenanova, Sant’Ambrogio di Valpolicella. «Puntiamo sui progetti di area vasta per fermare lo spopolamento delle aree montane - ha peraltro spiegato ieri lo stesso De Menech - pronti a collaborare anche superando il concetto di prima e seconda fascia».Il Comitato può infatti definire ambiti ottimali nei Comuni delle province di Belluno, Vicenza, Verona, Brescia e Sondrio che per caratteristiche morfologiche, sociali ed economiche simili a quelle dei comuni confinanti o contigui possono essere oggetto di interventi strategici. «Tra tutti i soggetti coinvolti, Comuni, Provincia e Regione l’intesa è solida - ha detto De Menech - così come la condivisione dell’obiettivo di coinvolgere l’intero territorio nell’utilizzo delle risorse. Per aiutare la montagna e contrastare lo spopolamento – ha concluso - non sarà possibile fare da soli: nessuno si salva da solo, ed anche per questo è necessario integrare le differenti fonti di finanziamento». Il Fondo per i Comuni di confine fu creato nel 2011 (su iniziativa del parlamentare veronese, Aldo Brancher) per diminuire i molteplici «svantaggi» dei territori confinanti con le province autonome di Trento e di Bolzano (che contribuiscono al finanziamento). Il Comitato Paritetico per la Gestione di quei finanziamenti è composto dai Presidenti delle Regioni Lombardia e del Veneto, dal Ministro per gli affari regionalie dai Presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano.