Corriere di Verona

«Mamma voleva tornare in teatro»

Stefania Bonfadelli, soprano di Valeggio adottata da Franca Valeri: «Se n’è andata serena»

- Peluso

«Ero pronta a questo momento, perché ho avuto il tempo di prepararmi psicologic­amente ad affrontarl­o. A parlare è Stefania Bonfadelli, soprano di Valeggio sul Mincio, figlia adottiva di Franca Valeri, che risponde al telefono poco prima di raggiunger­e il Teatro Argentina di Roma, scelto per ospitare la camera ardente della grande attrice scomparsa domenica all’età di 100 anni. «Se ne è andata nel sonno. Sopita, come ormai era da almeno tre settimane.

«Ero pronta a questo momento, perché ho avuto il tempo di prepararmi psicologic­amente ad affrontarl­o. A parlare è Stefania Bonfadelli, figlia adottiva di Franca Valeri, che risponde al telefono poco prima di raggiunger­e il Teatro Argentina di Roma, scelto per ospitare la camera ardente della grande attrice scomparsa domenica all’età di 100 anni. «Se ne è andata nel sonno. Sopita, come ormai era da almeno tre settimane.

Un addio alla vita con dolcezza, tranquilli­tà – ha dichiarato la stessa Bonfadelli all’agenzia Ansa -. Ho voluto che la camera ardente fosse proprio in teatro, al Teatro Argentina perché Franca doveva tornare in palcosceni­co, era un suo desiderio, e il teatro è stata la sua religione». Stefania Bonfadelli è il lato veronese di Franca, il motivo per cui il suo cuore è legato a doppio nodo con la città scaligera. Classe 1967, Stefania nasce a Valeggio sul Mincio, per poi essere adottata all’età di 17 anni dall’artista meneghina e dal suo compagno di allora, il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi. La scintilla tra le due scocca durante il Concorso di lirica Mattia Battistini, a Rieti, nel 1984: «Non ne ho avuti di miei di figli, però una decina d’anni fa ho adottato una figlia che adesso è anche la mia migliore amica - aveva raccontato la stessa Valeri a metà anni Novanta a un giornalist­a di Panorama –. Soprano di coloratura. Dovreste ascoltarla nella “Traviata”, nella “Lucia di Lammermoor”, nel “Rigoletto”. Un prodigio». L’opera le ha fatte conoscere e l’opera le ha tenute ancora più vicine: la regia lirica è stato solo uno dei banchi di prova in cui si è cimentata l’ideatrice e interprete della Signorina Snob e della Sora Cecioni. Allo stesso modo, ma con altri mezzi si è distinta la figlia, la cui carriera internazio­nale nel belcanto è iniziata con “I Puritani” di Vincenzo Bellini alla Staatsoper di Vienna nel 1997, ricevendo poi inviti dai principali teatri lirici del mondo, sotto la direzione dei più prestigios­i direttori tra cui Riccardo Muti, Zubin Mehta e Seiji Ozawa. Al 2009 risale l’inaugurazi­one di Stefania dell’Accademia musicale Jacopo Foroni a Valeggio, specializz­ata in corsi sull’arte della coloratura, e al 2011 la sua ultima interpreta­zione al Teatro Filarmonic­o nel ruolo di Gilda (nel «Rigoletto» di Verdi, diretto da Andrea Battistoni). Chissà se in una di quelle date di fine novembre 2011, c’era anche Franca tra il pubblico. Di certo, sono state più volte all’opera insieme, soprattutt­o al Teatro alla Scala, di cui la Valeri era un’assidua frequentat­rice. «Mi scusi se non ho la forza di proseguire nella telefonata, davvero non la prenda a male» ha aggiunto al telefono, nel tentativo di celare il dolore con grande garbo e riservatez­za. Le stesse qualità che ha mantenuto per tutta la vita, senza mai finire sotto le luci della ribalta se non per le sue doti artistiche. I funerali di Franca Valeri si terranno in forma privata, ma «a chiunque voglia fare un omaggio con dei fiori, chiediamo invece una donazione al rifugio per cani abbandonat­i Franca Valeri onlus, al quale teneva tantissimo» si è raccomanda­ta Stefania prima di congedarsi.

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 ??  ?? Il ricordo Stefania Bonfadelli (a sinistra) con Franca Valeri e Sofia Loren
Il ricordo Stefania Bonfadelli (a sinistra) con Franca Valeri e Sofia Loren

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