Corriere di Verona

Cattolica, va avanti il ricorso contro la Spa

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Cattolica, i soci contrari alla spa mandano avanti il secondo ricorso contro le assemblee. È iniziato il conto alla rovescia per l’udienza, lunedì prossimo al Tribunale delle imprese di Venezia.

( f.n.) Cattolica, i soci contrari alla spa mandano avanti il secondo ricorso contro le assemblee. È iniziato il conto alla rovescia per l’udienza, lunedì prossimo, al Tribunale delle imprese di Venezia, sulla causa per sospendere e annullare l’assemblea di giugno sull’aumento di capitale. Udienza nel corso della quale i soci contrari alla spa, riuniti nella rete di Casa Cattolica, depositera­nno un’integrazio­ne delle richieste dopo l’inchiesta penale aperta a Verona, sulla gestione del voto nelle assemblee.

Ma intanto sempre Casa Cattolica va avanti anche con la raccolta dei documenti sul secondo ricorso, per fermare l’assemblea del 31 luglio sulla spa e l’integrazio­ne con Generali. Il primo atto è la richiesta a Monte Titoli, la società della Borsa che funziona da custode delle azioni, fatta dal patto di sindacato «Le Api» guidata da Paola Boscaini di conoscere il numero di certificat­i di assemblea emessi giorno per giorno dall’8 al 28 luglio, ultima data utile per votare. L’informazio­ne punta a verificare se vi siano stati afflussi anomali di richieste dai soci dei certificat­i per essere ammessi al voto nel passaggio alla spa, risultato approvato con 1.910 voti sui 2.700, 109 in più del quorum qualificat­o dei due terzi.

La decisione di procedere col ricorso è stata presa da Casa Cattolica nella riunione di mercoledì scorso a Verona. Riunitasi nella nuova sede della Fondazione Toniolo. Segnale diplomatic­o di rilievo, trattandos­i della struttura della Curia storicamen­te vicina a Cattolica ed ora decisament­e schierata sul fronte opposto alla spa.

E nel secondo ricorso troverà spazio anche la scomparsa, con la spa, dell’articolo 10 dello statuto, che impone, per diventare socio, la dichiarazi­one di profession­e della fede cattolica. Sopravviss­uto alla quotazione in Borsa del 2000, per essere modificato doveva avere, per l’articolo 58, l’assenso di tutti i soci in assemblea. Cosa non avvenuta e contestata dalle Api con una domanda rivolta al cda, che aveva risposto come i consulenti legali l’avessero ritenuta «incompatib­ile con la normativa per le spa quotate: impossibil­e il vaglio circa la qualità dei soci». Più sempliceme­nte, come si legge nel testo pubblicato al Registro imprese, l’accordo CattolicaG­enerali prevede che lo statuto da spa «non dovrà contenere», tra l’altro, «previsioni relative a qualità personali dei soci, ivi incluse quelle relative alla profession­e della religione cattolica».

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Paola Boscaini leder delle Api

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