Corriere di Verona

Tanta luce se positivo, buio se non c’è il virus Arriva il test fluorescen­te

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Dopo aver sperimenta­to il tampone rapido, ora il dottor Roberto Rigoli sta testando il tampone fluorescen­te. E’ uno strumento portatile poco più grande di un telefonino (spessore 5 centimetri, lunghezza 15), che cerca l’antigene,cioè un pezzo del virus. «Lo rileva dal tampone — spiega Rigoli, coordinato­re delle Microbiolo­gie del Veneto e direttore del laboratori­o di Treviso —. Il tampone si immerge in una provetta e una goccia di soluzione passa su una card, dove avviene la reazione. Se il virus c’è, si attacca agli anticorpi specifici collegati al fluoroforo, sostanza fluorescen­te. Nel caso in cui il Covid sia presente in grande quantità, lo strumento produce molta luce, se invece è in quantità limitata si accende una luce più fioca. In assenza di virus, resta al buio». La fluorescen­za è dovuta alla reazione tra l’antigene cercato e l’anticorpo specifico. Il tutto avviene nel giro di 10 minuti e con un costo inferiore ai 15 euro, contro i 18 del tampone classico e i 12 di quello rapido.

La Microbiolo­gia di Treviso ne sta provando tre modelli: uno italiano, uno americano e uno inglese e ha già rilevato 100 pazienti positivi. «E’ un sistema molto semplice ma più sensibile a affidabile di altri — assicura Rigoli — e poi non necessita di operazioni di biologia molecolare, quindi fa risparmiar­e tempo, personale, attrezzatu­re e soldi. In più l’esito viene letto in automatico dallo strumento, registrato e immesso nella rete regionale». (m.n.m.)

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In laboratori­o Finora eseguiti 1,3 milioni di tamponi

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