«Inaccettabile non poter partorire in Borgo Trento»
(m.s.) Il tasto su cui premere stava già tutto nel luogo scelto per presentare la lista provinciale. Cioè l’ospedale di Borgo Trento. Quell’ospedale dove «si continua a non nascere dopo i casi di Citrobacter e il fatto che non si possa partorire in una città da 260mila abitati è inaccettabile». Così i nove candidati, cinque donne e quattro uomini, della lista per le elezioni regionali guidata da Arturo Lorenzoni. Lui, classe ’66, ex vicesindaco di Padova e docente di Economia dell’energia nell’ateneo patavino, che col sodalizio tra liste civiche, Verdi e Pd prova a sfidare un Luca Zaia a caccia del terzo mandadi to in fila: «Punto primario e centrale del nostro programma è una sanità che non ci piace — l’incipit di Lorenzoni — L’Usl scaligera è quella con la penetrazione più elevata di sanità privata in Veneto, siamo oltre il 20% rispetto al 15% regionale. È facile dire adesso “ma noi non avevamo mai pensato a privatizzare”, no, i dati sono diversi e dobbiamo cambiare la politica sulla sanità: la reazione veneta al Covid è stata positiva perché abbiamo persone straordinarie, non perché la direzione politica sia quella giusta». È arrivato ieri mattina a Verona, Lorenzoni, unendosi ai volti locali della sua lista nel piazzale fronte all’ospedale. Tra quei volti anche Michele Bertucco, consigliere di Verona e Sinistra in Comune, che oltre al capitolo- sanità s’è soffermato sul problema della «legalità perché Verona e il Veneto continuano a essere toccati dalla criminalità organizzata». Oltre a Bertucco, la lista di Lorenzoni conta lo psichiatra ed ex primario ospedaliero Carlo Piazza («Negli ultimi quarant’anni abbiamo assistito allo smantellamento della sanità nazionale»), l’ex assessore all’Urbanistica di Legnago Donatella Ramorino, la sindacalista Francesca Bragaja, il consigliere comunale a Fumane Riccardo Anoardo, l’ex consigliere comunale di San Bonifacio Vasco Carradore, quindi Barbara Gelmetti, consigliere comunale a Costermano, la giornalista Jessica Cugini, l’ambientalista Laura Tarantino. Riassume Lorenzoni: «I candidati di Verona rappresentano i mondi del nostro progetto, ci sono esperienze amministrative, nel volontariato e associazionismo, nell’ambiente e sanità: circa quest’ultima, non vogliamo una sanità che deve sistemare i conti, bisogna tenere vivi i siti decentrati e virare il budget dai muri ai servizi perché abbiamo dei project che costano milioni garantiti al privato».