«Rimborsi Fir, per le correzioni strada sbagliata»
«Sarebbe opportuno che il sottosegretario Villarosa evitasse toni trionfalistici». Non piace a tutti la soluzione trovata per i rimborsi ai soci azzerati delle ex popolari attraverso il Fir, per risolvere la complicazione delle domande già presentate trovatesi a sforare il tetto di reddito dei 35 mila euro per il recupero dei redditi forfetari. Ovvero di chiedere ai risparmiatori una integrazione dei documenti. Le critiche non mancano . «Quella indicata dal sottosegretario non è la soluzione del pasticcio, ma una ulteriore complicazione sostiene il deputato di Forza Italia, Pierantonio Zanettin -. La questione si poteva risolvere con un intervento legislativo, che il governo non ha intenzione di varare. Il calvario dei risparmiatori traditi continua». Linea non dissimile da quella del leader della associazione «Noi che credevamo nella Bpvi», Luigi Ugone (nella foto), che mette nel mirino, oltre a Villarosa, anche Consap: «In una situazione già caotica, invece di risolvere un problema normativo con un cambiamento di norme, la soluzione è ancora di pesare sui risparmiatori». Ugone solleva poi il caso di un cittadino che ha chiesto il rimborso Fir sotto i 35 mila euro, ora residente in Estremo Oriente, che si è visto chiedere da Consap una integrazione di documenti del Paese ospitante per dimostrare il rispetto del limite di reddito. «Ciò nonostante lì non lavori. Ha chiesto a Consap quali documenti debba produrre e gli è stato risposto che non lo sapevano. Abbiamo già chiesto quanto ci è costato questo servizio scadente conclude Ugone -. E non accetteremo il pagamento di un anticipo dei rimborsi: vanno pagati per intero».