E Berlato candida il genero «Fidatevi»
In passato ha lavorato a Bruxelles con il suocero, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Sergio Berlato, al suo quarto mandato in Europa, ma ora la collaborazione (è stato suo «local assistant» con uno stipendio di 27mila euro lordi l’anno) si è trasformata in fervente sostegno elettorale. Perché Vincenzo Forte, 38enne romano trapiantato a Vicenza dopo il matrimonio con la figlia di Berlato, è stato candidato nella lista di FdI in Regione e a spingerlo è stato proprio il padre di sua moglie. Ma Berlato non ha solo aiutato Forte ad entrare in lista, lo stesso eurodeputato - che vanta un plafond di 19mila preferenze alle europee del 2019 - di suo pugno, ha scritto una lettera per perorare il voto al padre delle sue due nipotine. E non l’ha spedita a un ristretto gruppo di conoscenti, l’ha inviata a bene 7mila persone: tutti i soci vicentini dell’Associazione cacciatori. Berlato - e pure Forte - sono infatti accesi sostenitori dell’arte venatoria. «Vincenzo Forte oltre che essere un nostro iscritto ed un dirigente di partito è anche marito di mia figlia Sara, la qual cosa lo rende ancora più affidabile rispetto ad altri possibili candidati», si legge nella lettera di investitura e di «sponsorizzazione» del candidato, che tra l’altro è coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia a Vicenza (autosospeso per la campagna elettorale). Interpellato dal Corriere della Sera, Berlato ha difeso (a spada tratta) l’operazione: «Non ci vedo niente di male – dice – Vincenzo è un dirigente di partito, un cacciatore come me e in più, certamente, è anche il marito di mia figlia, il che dovrebbe dargli un titolo di maggiore affidabilità rispetto a tutti gli altri. Che magari sono affidabili solo per un periodo e poi per un altro lo diventano di meno. In politica ne abbiamo viste di tutti i colori. Io invece Vincenzo conosco da prima del matrimonio e di lui so anche il numero di scarpe: il 43».