Pd e M5S all’attacco «Il cerchio magico di Zaia ha tolto soldi ai poveretti»
Lorenzoni e Cappelletti all’attacco della Lega
Arturo Lorenzoni, «lo sfidante» di Luca Zaia alle prossime Regionali, stavolta lascia da parte gli accenti garbati da accademico e infila i guantoni: «Anche secondo Zaia è colpa dei commercialisti?». Il sarcasmo, va detto, è la modalità quasi unanime delle forze d’opposizione per commentare lo scandalo del bonus di 600 euro chiesto da due consiglieri regionali e dal vicegovernatore. Lorenzoni, candidato del centrosinistra, non fa eccezione: «I tre leghisti del cerchio magico di Zaia pizzicati ad aver richiesto e ricevuto il bonus di 600 euro dello Stato destinato ai lavoratori e alle persone rimaste prive di sostegno durante il lockdown, sono una vergogna. Con il loro comportamento è stato dato uno schiaffo a tutti i veneti». L’accusa (di stampo morale dato che non si tratta di un reato) è fra le più infamanti: tre «stretti collaboratori di Zaia chiedono i 600 euro, nonostante indennità di quasi centomila euro l’anno. Consiglieri e vice presidente – spiega Lorenzoni parte del suo cerchio magico hanno sottratto risorse destinate a chi era davvero in difficoltà». L’affondo finale suona così: «Adesso vogliamo sapere se hanno ricevuto il bonus di aprile oltre a quello di marzo e se tenteranno di prendere i 1.000 euro previsti anche dal decreto di agosto. E non è possibile che anche in questo caso il presidente del Veneto non sappia nulla o faccia finta di nulla, come quando gli hanno arrestato un assessore, come per il Mose, per i Pfas e in qualsiasi occasione la Regione e la giunta venissero chiamate alle proprie responsabilità».
Si può dire che l’insolita campagna elettorale d’agosto sia finalmente entrata nel vivo. Avanti, agguerriti, i candidati supportati da consiglieri regionali uscenti e segreterie di partito. Spicca per pacatezza, il commento dei consiglieri uscenti del Pd, poche righe in cui si ribadisce come il loro ruolo sia istituzionale e come la responsabilità sia personale. L’obiettivo si sposta subito sulla Lega in generale: «Chiediamo coerenza ad un partito che con Salvini al governo ha già dimostrato tutta la sua pochezza non rimborsando i 49 milioni di euro rubati. Ora sta a Zaia tentare di dimostrare rigore, come annunciato». Sulla stessa falsariga anche Alessandro Bisato, segretario regionale dei dem: «I tre leghisti del cerchio magico di Zaia hanno agito in pieno stile Lega: togliere ai poveri per ottenere vantaggi personali. Ci sono almeno tre lavoratori in Veneto che non hanno ricevuto il bonus di 600 euro di marzo (e vediamo se si riuscirà a chiarire per quello di aprile) perché il sostegno è andato a tre politici che incassano 100 mila euro l’anno a testa».
Rincara la dose il candidato Enrico Cappelletti (M5s): «È il secondo scandalo che travolge l’amministrazione Zaia in meno di una settimana. Stiamo ancora aspettando i bonifici delle indennità di trasferta indebitamente percepiti dai consiglieri regionali». La consigliera 5s Erika Baldin apre un nuovo fronte chiedendo, dopo l’ok del garante per la privacy, che si facciano tutti i nomi, anche quelli di iscritti a casse private, ad esempio gli avvocati, e quindi non passati per l’Inps. Non si risparmia nulla all’ex alleato leghista che, però, in Veneto è sempre rimasto nemico. «È una solenne presa in giro, poi, la giustificazione secondo cui gli accrediti nei loro conti correnti siano avvenuti `a loro insaputa», punge Cappelletti che parla di «comportamento ripugnante». I consiglieri pentastellati uscenti di palazzo Ferro Fini dicono «scuse ignobili, sfidiamo Zaia a buttarli fuori dalle liste». Pare saranno ascoltati.
L’eco dell’affaire immobiliare vista Colosseo di scajoliana memoria è il fulcro dell’attacco di Patrizia Bartelle, candidata presidente per Veneto Ecologia Solidarietà: «Povero assessore Forcolin, hai tutta la mia comprensione. Dopo 5 anni trascorsi a fare il guardiano dell’ortodossia Zaian-Leghista in Regione, rigettando tutte le proposte dal volto umano, che implicavano un minimo di relazione con i cittadini, respingendo in nome del rigore finanziario e del pareggio di bilancio qualsiasi proposta che aiutasse i più bisognosi, è scivolato sulla classica buccia di banana. Lo studio di cui fa parte ha chiesto il bonus da 600 euro... a sua insaputa». Sul piede di guerra anche Daniela Sbrollini, candidata di Iv: «Non è tutto oro quello che luccica, tanto quanto la falsa beneficenza dietro la quale si stanno trincerando i leghisti colti con le mani nel sacco. Forcolin si è difeso dicendo che il bonus non sarebbe di fatto arrivato, ma è il problema è che è stato chiesto! Dalla stessa persona che da una parte toglieva risorse al sociale e dall’altra al paese Italia, con un bonus indirizzato a lavoratori autonomi in grandi difficoltà economiche. L’altro furbetto, Barbisan, dice di averli versati in beneficenza appena ricevuti per colpa del commercialista. Ma la beneficenza si fa con soldi propri, non con quelli pubblici». Interviene anche Anna Lisa Nalin, portavoce di +Europa Veneto: «Il governo ha sbagliato a non mettere un tetto di reddito ma la morale e l’etica devono essere di fondamento per i politici».