Corriere di Verona

Crociere stop, i No nav festeggian­o per 5000 rischio di mesi senza paga

I comitati: vittoria. I portuali: fateci lavorare. Pressing su governo e compagnie per ripartire

- Alberto Zorzi

«La prima nave a salpare il 6 settembre 2020 sarà Costa Deliziosa, che offrirà ogni settimana crociere da Trieste alla scoperta delle destinazio­ni più belle della Grecia». Costa Crociere annuncia così la ripartenza, ma rischia di segnare il «de profundis» della grandi navi a Venezia per il 2020. E da un lato il comitato No grandi navi annuncia addirittur­a una «festa» per venerdì, felice che dopo anni di battaglie «la laguna è stata liberata», dall’altro c’è la disperazio­ne di 5 mila famiglie che rischiano di restare senza reddito per mesi: gli stessi che lunedì hanno manifestat­o in una Marittima deserta. In mezzo, c’è un pressing su governo e compagnie da parte di enti locali (Comune in primis) e operatori (ora riuniti nella Venezia Port Community), per cercare di riportare qualche nave, magari da fine settembre o inizio ottobre.

Msc l’aveva già annunciato che per il 2020 la sua nave nell’Adriatico sarebbe partita da Bari per poi fare scalo a Trieste e in tre località greche. D’altra parte Italia, Grecia e Malta sono gli unici paesi del Mediterran­eo ad aver riaperto i porti per le crociere, mentre per ora Msc e Costa sono le uniche compagnie a ripartire, con protocolli ferrei che prevedono meno clienti a bordo (circa il 70 per cento) e controlli continui compresi i tamponi. Altre «big» del settore che scalano a Venezia, come Royal Caribbean o Norwegian sono in stand-by e sembrano orientate più verso una ripartenza nel 2021.

Esultano i «No Nav», a cui il Covid ha regalato una «straordina­ria vittoria» che non avevano raggiunto con otto anni di battaglie dopo l’incidente della Costa Concordia all’isola del Giglio e il decreto CliniPasse­ra, che per primo vietò il passaggio delle grandi navi davanti a San Marco: ma solo dopo aver trovato un’alternativ­a su cui la politica non riesce a trovare la quadra. «L’avevamo detto, l’avevamo promesso e così sarà: nessuna nave entrerà in laguna per tutta la stagione - scrivono - Nessuna compagnia ha la forza di sfidare il nostro blocco dal basso». Pare infatti che le compagnie, che già devono gestire una fase delicata soprattutt­o dal punto di vista dell’immagine, tutto vogliano meno che trovare un’«accoglienz­a» negativa e polemiche. I comitati danno dunque appuntamen­to per venerdì alle 18 all’isola di San Giorgio per la festa. Di fronte a loro c’è invece la rabbia degli operatori portuali, quasi tutti veneziani, che invece dalle navi da crociera ricavano il reddito per arrivare a fine mese. «Ci sono persone che hanno ricevuto gli ultimi soldi di cassa integrazio­ne a maggio o la Naspi ad aprile e sono disperate - ammette Antonio Velleca della coop Portabagag­li C’è chi discute da anni se sia meglio una soluzione o l’altra: noi l’unica cosa che chiediamo è di poter lavorare». Sulla stessa linea l’assessore veneziano alla Coesione sociale Simone Venturini. «La festa anti-crociere? Mi pare un’iniziativa macabra», attacca. Venturini ce l’ha anche con il governo (e non solo) per due motivi. «Né un ministero, né gli uffici periferici hanno avuto da ridire di fronte a chi parla da settimane di “blocco navale”, magari solo per ricordare che è lo Stato a decidere se le navi entrano o meno - prosegue - Inoltre da 8 anni vari governi non hanno deciso nulla, per ignavia o incapacità: e in molti di questi sedeva l’attuale candidato sindaco del centrosini­stra».

Ovvero Pier Paolo Baretta, sottosegre­tario dem all’Economia, che in questa campagna elettorale è su una posizione attendista, dopo essere stato per anni schierato su Marghera. «La perdita della crocierist­ica è un danno economico e lavorativo che Venezia non si può permettere, ma per mantenerla è necessario scegliere al più presto la soluzione - dice - Compariamo al più presto le diverse ipotesi in campo e scegliamo la migliore per Venezia». Tre anni fa Autorità portuale, Regione e Comune avevano trovato l’accordo, sancito dal Comitatone del 7 novembre 2017 e ricordato ieri dal sindaco Luigi Brugnaro: «Ingresso dalla bocca di Malamocco per il canale dei Petroli e poi navi grandi a Marghera e navi medie in Marittima per il canale Vittorio Emanuele». «Sono a fianco della comunità portuale, dobbiamo vincere la sfida del lavoro che coinvolge 5000 famiglie - aggiunge - Basta con il partito del no a tutto!».

Per questo il Comune sta cercando di premere sul governo e le compagnie perché non si arrivi a fine anno senza vedere nemmeno una nave in Marittima. «Anche perché altrimenti il rischio è di ritrovarsi in primavera a partire di nuovo da zero - dice Alessandro Santi, presidente di Assoagenti e portavoce della Port Community - Invece è importante dare un segnale di ripartenza del settore». La sfida è quella di convincere altre compagnie – che forse aspettano di vedere i risultati delle prime crociere di Msc e Costa – a puntare su Venezia. «Le navi non abbandonan­o Venezia, anzi esiste una precisa volontà di tornare già quest’anno, tenendo conto dell’unicità della città e della sostenibil­ità in modo conscio e maturo conclude Santi - Ci sarà un ritorno responsabi­le».

Brugnaro Dobbiamo vincere la sfida del lavoro, basta con il partito del no a tutto: io sono a fianco della comunità portuale e delle loro famiglie

Baretta

La perdita della crocierist­ica è un danno che Venezia non si può permettere, serve comparare le ipotesi e trovare la soluzione

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Luigi Brugnaro a una mostra di qualche anno fa dedicata al transito delle navi da crociera in centro storico
Il sindaco Luigi Brugnaro a una mostra di qualche anno fa dedicata al transito delle navi da crociera in centro storico

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