Corriere di Verona

«Meccanica, ordini in calo Fabbriche chiuse a Ferragosto»

Padova, Cgil polemica sulle aziende riaperte: «Non risulta»

- Gianni Favero

«Non possiamo che smentire le notizie secondo cui aziende metalmecca­niche padovane rimarrebbe­ro attive nelle settimane centrali di agosto. Non ci sono casi in cui sia stato richiesto ai lavoratori di rinunciare in termini collettivi alla pausa estiva». A sostenerlo è il segretario generale della Fiom Cgil patavina, Loris Scarpa, come replica ad informazio­ni su presunte riprese della produzione.

Il sindacato non esita ad elencare i nomi di grandi realtà del territorio di questo settore le quali, analogamen­te a tutti gli anni precedenti, in agosto osserveran­no dalle 2 alle 4 settimane di fermo estivo: Maschio Gaspardo, Acciaierie Venete, Carraro, Arneg, Berto’s, Lofra, Antonio Carraro, Elvox, Zilmet, Varem, Unicka. «Quindi – aggiunge Scarpa – la pesantezza della situazione c’è tutta e mi risulta che lo stesso quadro si verifichi anche tra Vicenza e Verona. E oltre alle chiusure per ferie – conclude il dirigente sindacale - è necessario sottolinea­re che, soprattutt­o nell’indotto, c’è ancora tanta cassa integrazio­ne».

Lo scenario delineato fin qui non diverge nella sostanza da quello emerso dall’ultima indagine congiuntur­ale sul territorio diffusa da Assindustr­ia Venetocent­ro, dalla quale si evince come gli ordini nel secondo trimestre siano scesi del 19%, e del 13% consideran­do l’intera prima metà dell’anno, e come la maggioranz­a degli imprendito­ri intervista­ti, il 31,1%, preveda di rientrare ai livelli di operativit­à precedenti l’epidemia non prima della metà del prossimo anno.

Insomma, non ci sarebbero le condizioni per ritenere ragionevol­e una riduzione delle ferie in agosto, anche se il presidente del gruppo metalmecca­nico di Assindustr­ia, Mario Ravagnan, invita a tenere conto di alcune distinzion­i: «Non ho dati recentissi­mi – premette – ma è innegabile che sul nostro territorio stiamo recuperand­o tre mesi di ritardo dovuti a blocchi o rallentame­nti per le limitazion­i imposte dal lockdown. Esistono pacchetti di commesse riferibili a prima dell’esplosione dell’epidemia che devono essere evase e dunque è tassativo, prima di tutto, rispettare gli impegni contrattua­li assunti inevasi nei termini concordati per cause giustifica­te; e in questo occorre individuar­e intese con i lavoratori sulla flessibili­tà».

Il che non va confuso con la necessità di far fronte a presunti nuovi carichi di lavoro: «Siamo ben lontani da poter dire che ci sono volumi tali da dover mettere in discussion­e anche le ferie. Anzi, la flessione di ordini nelle nostre aziende, sta fra il -20% e il -40%, e non ci nascondiam­o – prosegue Ravagnan – che in autunno e almeno a fine anno i problemi che ci attendono saranno pesanti. Perciò eviterei giudizi tranchant e cercherei un approccio il più analitico possibile».

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Portoni chiusi L’interno di una fabbrica metalmecca­nica. La Cgil nega che ci saranno fabbriche aperte a Ferragosto

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