L’aceto dal tempo «lento» tra le botti di Saporea
Le proprietà benefiche dell’aceto erano ben note nel mondo antico. La Bibbia ne testimonia il suo uso presso gli egizi per la conservazione dei cibi. L’Oxycrat, la bevanda del popolo greco, era un miscuglio di acqua, aceto e miele ed Ippocrate lo prescriveva in purezza per curare le ferite e i problemi respiratori. I romani ne valorizzarono anche le doti gustative, ponendolo alla base di moltissime ricette. Di più: non poteva esserci banchetto degno di tal nome senza l’acetabolo in tavola, una ciotola d’aceto nella quale ogni commensale intingeva il pane tra una pietanza e l’altra per «pulirsi» la bocca. Milco Farinazzo e la moglie Giovanna Prevarin, dopo aver verificato di persona quanto l’aceto di frutta costituisca tuttora un elemento essenziale (e salutare) di molte diete asiatiche, soprattutto in Giappone e Corea, hanno dato vita a Bovolone, nel veronese (via Salvo d’Acquisto 5, tel. 331-2407071), a Saporea, azienda agricola in cui si coltivano, senza alcun trattamento chimico, molteplici varietà di frutta per trarne meravigliosi aceti. Il raccolto, con il contributo delle Università di Modena e Reggio Emilia, viene sottoposto naturalmente da specifici batteri acetici a lenta acetificazione spontanea. Tali microorganismi faticano sino a sei mesi per ottenere il processo che industrialmente si raggiunge in 24 ore. Ma provate ad assaggiarli, sentirete che differenza! Abbiamo così il Melagranagro, l’aceto di melagrana, il Kakiagro, di kaki, il Kiwiagro, di kiwi, l’Aroniagro, di aronia, pianta originaria del Nord America dai piccoli frutti neri simili ai mirtilli, l’aceto biologico di Melagrana, e, infine, l’aceto biologico di Kiwi, varietà Golden Soreli, entrambi con la madre dell’aceto. Li potete acquistare sul sito www.saporea.it ed usarli dall’antipasto al gelato, rendendovi conto di gustare per una volta non un aceto di vino ma un aceto divino.