Corriere di Verona

Poker per le veronesi: quattro squadre in «pro»

Con il Legnago ripescato in C le squadre «pro» veronesi formano un poker che non ha eguali in Italia: dall’Hellas in serie A al Chievo in B alla Virtus in Lega Pro Prando: «È una ricchezza per il calcio»

- Sorio

Potrebbe finire in un cruciverba della Settimana Enigmistic­a, come definizion­e di immediata soluzione per gli appassiona­ti di calcio. «L’unica provincia italiana con quattro società di calcio profession­istiche». Numero di lettere: sei. Risposta: Verona.

La prima stagione di convivenza con il Covid sarà anche la stagione di un piccolo record riassumibi­le in un semplice tour di google map. Se partiamo da piazza Bra, tre km a piedi e si tocca il Bentegodi, tempio della serie A e dell’Hellas, teatro esclusivo del Verona fino al 1986 quando le porte si aprirono anche al Chievo, oggi cadetto. Da lì, sette km ed ecco il Gavagnin, casa della Virtus, prossima alla terza stagione filata in C e con sogni nemmeno tanto nascosti, nell’anno del centenario a Borgo Venezia, di provarci con i playoff. Quindi, infilata la Transpoles­ana, 50 km fin giù nella Bassa, a Legnago, dove il Salus, in serie C, vi sale per la prima volta nella sua storia. «Quattro squadre tra i profession­isti sono un vanto — riflette Claudio Prando, delegato provincial­e della Figc — e d’altronde Verona è la prima provincia veneta per squadre e tesserati nonché, da sempre, una ricchezza per il calcio italiano».

Quella ricchezza può scatenare sobbalzi della memoria, dagli attori dello scudetto 1985 dell’Hellas guidato da Osvaldo Bagnoli a figurine Panini come il grande Mario Corso o Gino Pivatelli, l’unico scaligero a diventare capocannon­iere di A, con il Bologna, nel 1956. Cartoline utili a tramandare un ragionamen­to, in rapporto ai sogni di gloria di tanti giovani veronesi impegnati sui campetti: vedere un Legnago che sale imperioso, una Virtus che si consolida anno dopo anno, un Chievo che prova a tornare in quella A che lo ha visto a lungo protagonis­ta fino a un Hellas che cerca un’altra ottima annata tra i grandi, tutto ciò può funzionare come un ripetitore che diffonda segnali d’energia tutt’intorno. «Oltre a Hellas, Chievo e Virtus, anche il Legnago sarà uno stimolo per le nostre società calcistich­e e i loro giocatori», riflette Prando. Lui che coglie l’occasione per ricordare degli oltre trentamila tesserati Figc fra città e provincia e aggiunge: «Le società di calcio a Verona sono 182, di cui 27 iscritte in Terza categoria, 40 nelle juniores provincial­i, 199 tra Under 17 e Under 14, più almeno 650 nelle attività di base, dagli Esordienti ai primi calci».

Il calcio è lo zoccolo duro anche nello sport del Csi, cioè quello amatoriale: fino al marzo scorso si contavano ben 110 squadre a undici, ottanta nel calcio a 5, una quarantina nel calcio a 7. Quello è il calcio del sabato pomeriggio o della domenica mattina, o della notturna infrasetti­manale. È il calcio in cui, quasi sempre, si esce dal rettangolo verde per finire con le gambe sotto al tavolo per una pizza e una birra, e parlare dei risultati delle «veronesi». Da quest’anno, con «cos’ha fatto il Legnago?», le possibili domande salgono a quattro. Un record, italiano, che si porta dietro un sano carico di diversità. L’Hellas, che incarna il tutto, per cui basta il nome, con il suo vissuto storico, emotivo, emozionale e statistico visto anche il diciottesi­mo posto nella classifica di sempre di serie A. Il Chievo, 90 anni compiuti nel 2019, che in quella classifica rimane comunque ventunesim­o e per geografia simboleggi­a la squadra della frazione. La Virtus, fondata come il Legnago nel 1921, simbolo del quartiere Borgo Venezia, animata da quel Gigi Fresco che ne è presidente e allenatore dal 1982, un matrimonio che per durata è secondo solo a quello di Guy Roux con l’Auxerre (dal 1961 al 2005).

E quindi il Legnago, che sulla dura ma dolce superficie dei profession­isti pianta la bandiera della provincia. Quella provincia veronese di cui è secondo paese più popolato, venticinqu­emila abitanti, dopo Villafranc­a. Quattro è un gran numero, a pensarci bene. Quattro come gli assi di un poker che fa di Verona, oggi, un vero unicum nell’Italia del football.

Claudio Prando (Figc) Quattro squadre tra i pro sono un vanto, ma siamo anche la provincia con più tesserati in Veneto

L’attività di base Oltre a Hellas, Chievo e Virtus adesso anche il Legnago sarà uno stimolo in più per tutti

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