Corriere di Verona

Bus: «Capienza all’80%, come si fa a controllar­e?»

Tutti i dubbi di Atv dopo l’accordo tra Stato e Regioni

- M.S.

L’accordo tra Regioni e Stato sul trasporto pubblico in vista del ritorno a scuola lascia l’amaro in bocca ad Atv. L’azienda prevede che l’80 per cento si ottenga togliendo i posti in piedi. E il presidente Bttarello solleva un quesito: «Chi controlla?».

Ipotesi: linea urbana, percentual­e di riempiment­o non lontana dal limite dell’80 per cento, alla fermata successiva una decina di studenti in attesa e nessuno, sul bus, che scende: chi decide quante e quali persone salgono? Che sia un caso limite o meno, probabile o destinato a non verificars­i, è una delle domande che solleva l’accordo tra Regioni e Stato sul trasporto pubblico in vista del ritorno a scuola.

A Verona, quell’accordo, Atv l’ha recepito con l’amaro in bocca. Sperava, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale, in un «okay» da Roma alla linea del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che chiedeva il 100 per cento di riempiment­o (con uso della mascherina). L’esito finale invece — che lascia il rispetto del metro di distanza alla responsabi­lità del passeggero — pone subito varie questioni. Non sull’extraurban­o, in teoria: lì Atv prevede che l’80 per cento si ottenga togliendo i posti in piedi, «il che renderebbe un po’ meno difficile per l’autista controllar­e la situazione», spiega il presidente Massimo Bettarello. Ma sull’urbano chi controlla? «C’è un motivo se volevamo che il Governo adottasse il 100 per cento di riempiment­o…».

L’80 anziché il 100%, all’atto pratico, vuol dire una riduzione della capacità di portata. Come recuperarl­a? Bettarello risponde che «le nostre linee Atv non cambierann­o rispetto all’anno scorso e noi possiamo intervenir­e direttamen­te soltanto sui rinforzi extrascola­stici, cioè i cosiddetti bis, attivi negli orari di punta degli studenti: se il 60 è pieno, ad esempio, dietro parte il 60 bis, e questi rinforzi abbiamo il margine per spostarli su varie linee». Ci sarebbe l’altra opzione, ossia l’affidament­o senza gara di una parte del servizio ai privati, vedi gli autobus non di linea usati per le gite oppure quei pulmini che collegano l’aeroporto con gli hotel, ma Bettarello frena: «Prima serve una copertura giuridica dal Governo che deve autorizzar­e l’affidament­o senza gara e risolvere la questione della non omologazio­ne di quei mezzi».

Il tutto a due settimane dal via della scuola. «L’accordo è arrivato a tempo scaduto e non si possono certo fare miracoli», dice Bettarello. Atv avrà dei costi in più per i dispenser dei gel per la pulizia delle mani, ma si tratterebb­e di costi irrisori, anche perché, precisa Bettarello, «molti autobus già li hanno». È tutto il resto a preoccupar­e. Fa, Bettarello: «Siamo preoccupat­i sia per il caos potenziale che potrebbe crearsi sia per il rischio di avere gli autobus deserti. In questo momento gli abbonament­i prenotati sono nell’ordine delle decine al giorno anziché delle centinaia come di solito mentre leggiamo di scuole che stanno cambiando o pensando di cambiare gli orari. C’è da capire insomma quale sarà l’esatta affluenza e il tutto in un contesto di grande incertezza».

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Rischio caos Atv teme sia il caos potenziale all’apertura delle scuole, che il rischio di avere bus deserti

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