«È stato davvero un tornado, ma i danni li ha causati il vento»
Gli esperti di Meteo4: «Entrambi generati dalla stessa supercella»
(d.o.) Quattro chilometri in linea (quasi) retta, con «partenza» in provincia di Mantova, per la precisione a Ca’ Mantovane, frazione di Roverbella, fino a colpire la parte orientale di Roncolevà, già terra «veronese». Un tornado fatto e finito, con vortice a terra e movimento rotatorio, il cui percorso è stato ricostruito dall’associazione Meteo4, che raggruppa una serie di appassionati, alcuni dei quali con una preparazione specifica in meteorologia, della provincia di Verona. Dunque una tromba d’aria, nella giornata di sabato 29 agosto c’è stata. E i filmati, che la mostrano avanzare minacciosa in una proprietà agricola lo dimostrano. Ma è stata solo una. E, paradossalmente, per quanto spaventosa e impressionante, ha avuto danni limitati, nonostante sia passata su alcuni tetti. Di gran lunga peggiori, come è stato documentato dalla cronaca, i danni causati dal vento in una zona a cavallo tra la provincia di Verona e Vicenza, che comprende i comuni di Colognola ai Colli e Montecchia di Crosara, oltre che ad Arzignano e Trissino. «In questo caso, però, le raffiche sono state di natura lineare, quindi è più corretto parlare di downburst — sottolinea Simone Buttura, di Meteo4 —. Ma sia il tornado che le raffiche di vento sono state generate dallo stesso temporale a supercella, un fenomeno in cui le correnti discendenti e ascendenti assumono moto rotatorio per le peculiari condizioni atmosferiche e che è in grado di produrre anche piogge torrenziali e grandine anche di grandi dimensioni».
Tutto, purtroppo documentato nello stesso evento di sabato: dai chicchi di grandine grandi come uova, alle forti precipitazioni che hanno causato allagamenti. La ricostruzione del tragitto del tornado, un dei più significativi registrati nel Veronese negli ultimi anni, è avvenuto seguendo le tracce dei danni: dalle tegole cadute dai tetti, alle antenne piegate, ai casolari che, in certi casi, sono stati in parte distrutti. Nel corso dei quattro chilometri la tromba d’aria ha abbattuto anche serre e recinzioni, oltre che qualche albero. Ma il fatto che fosse relativamente di piccole dimensioni ha fatto sì che i danni fossero contenuti, rispetto ad altri eventi di questo tipo, come quello che, nel 2015 colpì la riviera del Brenta. Comuni in alcune aree del Nordamerica, molto più rari in Europa, i tornado si sviluppano in pianura: ecco perché la zona tra il Veneto, Lombardia ed Emilia, è quella che, in Italia, è a maggior rischio.