Un caso il festival della Bellezza con poche donne «Inopportuno, ma ci saremo»
Lella Costa: le intellettuali italiane? Cacciari: canea ridicola
Il cartellone del Festival della Bellezza «con la quasi totale assenza di donne, ci sembra inopportuno e infelice». E tuttavia, «il 18 settembre, lo spettacolo all’Arena lo faremo. Siamo assolutamente convinti che nel tempo durissimo della pandemia, ogni occasione per aprire un teatro, illuminare un palcoscenico vada considerata come qualcosa di raro e prezioso». Con queste parole Alessandro Baricco e Gloria Campaner, insieme all’Orchestra da camera Canova, confermano la loro presenza alla kermesse.
Il cartellone del Festival della Bellezza «con la quasi totale assenza di donne, ci sembra ovviamente inopportuno e infelice». E tuttavia, «il 18 settembre, lo spettacolo all’Arena lo faremo. Siamo assolutamente convinti che nel tempo durissimo della pandemia, ogni occasione per aprire un teatro, illuminare un palcoscenico vada considerata come qualcosa di raro e prezioso». Con queste parole Alessandro Baricco e Gloria Campaner, insieme a tutti gli elementi dell’Orchestra da camera Canova, confermano la loro presenza alla kermesse, che si tiene in Arena fino al 19 settembre.
Campaner è l’unica donna presente in cartellone, al netto della madrina Jasmine Trinca, motivo per cui sui social network nelle ultime ore si è accesa una polemica al grido di battaglia #tuttimaschi: 23, per la precisione, gli uomini rispetto a 2 donne. «L’attuale programma non riflette quello originario – avevano detto gli organizzatori del festival allo scoppio del caso – erano previste Charlotte Rampling, Ute Lemper, Jane Birkin e Patti Smith, che sono state impossibilitate a partecipare per le problematiche relative al Covid. Molte altre figure femminili sono state invitate, ma non se la sono sentita di intervenire».
Una risposta che non ha placato le polemiche. Sul caso interviene Vittorio Sgarbi, lui stesso ospite della serata di domenica, che ieri ha dichiarato: «Molto volentieri rinuncio, credo che abbiano ragione. Non credo che gli organizzatori siano colpevoli, ma siccome hanno fatto una lista, come era capitato anche ai tempi di Pannella, in cui poi ci mettono sui giornali come se fossimo colpevoli di essere andati, io rinuncio perché fortunatamente posso essere sostituito da mia sorella Elisabetta, che ha mille buone ragioni per essere presente al pari di me».
«Penso che si fanno spesso polemiche inutili – commenta Elisabetta Sgarbi, impegnata alla Mostra del Cinema al Lido-. Bisognerebbe ragionare, non amo questo continuo polemizzare. Mi piacerebbe vivere in un mondo più serema no, poi se ci sono le ragioni è un altro discorso, ma non posso dirlo perché non ho seguito questo caso da vicino». Melania Mazzucco, presente dell’edizione 2019, non vede intenzionalità misogine, «io mi batto da decenni per i diritti delle donne, ma rimanderei la questione a quando i tempi saranno più facili, senza distanziamento e difficoltà negli spostamenti. Per il momento è già un successo che il festival si faccia».
Di tutt’altro tenore l’opinione di Lella Costa, tra le relatrici della prima edizione del 2014: «Risponderei così– dice –. Perché le artiste devono essere per forza di respiro internazionale? Le nostre non valgono niente? La mia esperienza al festival è stata bellissima, non voglio essere usata come foglia di fico. E non dico che avrebbero dovuto richiamare me, ma avrebbero potuto sentire altre voci, come Alba Rohrwacher, Michela Marzano, Serena Sinigaglia, Paola Cortellesi, Selvaggia Lucarelli… la lista è lunga. Se le donne non sono prese in considerazione come portatrici di parola, allora il Festival della Bellezza non dovrebbe riguardarci nemmeno come spettatrici».
Non è una questione di quote rosa né per Mogol, né per Pupi Avati, né tantomeno per Massimo Cacciari, tutti in cartellone del festival scaligero. In particolare, il filosofo veneziano parla di «una ridicola canea» e, nel merito, liquida la questione a «una piccola disattenzione», che non deve gettare ombra «sull’opera straordinaria del direttore artistico Alcide Marchioro».
Le reazioni in città Briani: «Il problema è più ampio». Benini (Pd): grazie Festival, basta puerili polemiche
Il caso interroga anche la politica cittadina. Secondo Francesca Briani, assessore alla cultura di Verona, il problema è più ampio: «Se il problema è che gli uomini richiamano più pubblico, allora educhiamo il pubblico». Nel Pd, mentre Elisa La Paglia afferma che «un Festival della Bellezza deve nutrire questa città anche di pensiero femminile» (pur schierandosi contro chi lo vuole boicottare) , il compagno di partito di Federico Benigni suggerisce di passar oltre. «Grazie Festival della Bellezza, andate avanti e lasciate perdere le puerili polemiche».
E a proposito di polemiche, ne è sorta una anche sull’immagine della locandina, «Girl with a bee dress». L’autrice, Maggie Taylor, ha parlato su Facebook di violazione del copyright. Gli organizzatori hanno prontamente cambiato immagine, precisando però che si tratta di «un’incomprensione sull’utilizzo di quella che ci ha accompagnati per lungo tempo, con l’autorizzazione avuta dal rappresentante italiano dell’Artista».