Corriere di Verona

«Basta cemento in Veneto puntiamo sul superbonus»

I tre pilastri del programma M5s sono lavoro salute e ambiente «Se fossi governator­e facilitere­i la negoziazio­ne fra imprese e banche»

- Martina Zambon

Il tono quasi sommesso tradisce la stanchezza di una campagna elettorale anomala ma attesta anche il carattere dell’uomo. Enrico Cappellett­i, candidato presidente alle prossime Regionali con il M5s, non ha le note alte di certa «indignazio­ne pentastell­ata». Preferisce macinare numeri e statistich­e a sostegno di una tesi. Propone spesso qualche esempio «per andare sul concreto» e, al netto della compostezz­a dei modi, si presenta monolitico (e orgoglioso) rappresent­ante di una «terza via» fra destra e sinistra, fra Lega e Pd (e pazienza per l’alleanza governativ­a).

L’ultima battaglia consumatas­i sui banchi dell’opposizion­e fra 5s e Pd è stata sull’incenerito­re Veritas di Fusina. Se a Roma si governa insieme sembra che qui non ci sia margine...

«Purtroppo qui la situazione è ancora immatura. Mentre a Roma si è detto, data la legge elettorale con cui dobbiamo fare i conti, disponibil­i a governare con chi condivide i punti programmat­ici, qui in Veneto non c’è condivisio­ne. L’incenerito­re che insiste su un territorio che ha già pagato un prezzo molto alto a livello di inquinamen­to è un buon esempio. Non solo il Pd a palazzo Ferro Fini non ha votato la nostra mozione ma i sindaci dem della zona hanno sostenuto l’ampliament­o dell’impianto. La nostra era una proposta alternativ­a che puntava al riciclo spinto con ottime ricadute occupazion­ali oltre che ambientali. Ma è solo l’ultimo di una serie di esempi. Rispetto al Pd sulle questioni vere e concrete siamo ancora distanti. Un altro tema su tutti, l’aumento stellare del costo della Pedemontan­a».

Per lei, per voi, la Pedemontan­a è la bestia nera...

«Certo che sì, parliamo di un’opera faraonica su cui, mi si conceda di dirlo papale papale, si buttano nel cesso dieci miliardi di euro dei cittadini. L’opposizion­e dovrebbe sottolinea­re aspetti macroscopi­ci come questi e invece, anche qui, l’opposizion­e del Pd non c’è».

Zaia ha ribadito che si è ritrovato un’opera bloccata che ora è in dirittura d’arrivo...

«Contesto a Zaia la narrazione secondo cui si sarebbe ritrovato a gestire qualcosa di irreversib­ile. Nella giunta che ha orchestrat­o questa fregatura ai danni dei veneti lui c’era ed era presidente quando il Veneto avrebbe potuto rescindere il contratto dopo 4 anni a cantieri fermi. Non a caso né Cdp né la Bei avevano accettato di finanziare l’opera. Tutto è cambiato quando la Regione si è accollata il rischio basandosi su flussi di traffico, uso un eufemismo? a dir poco ottimistic­i. La cifra dell’amministra­zione della maggioranz­a uscente è la cementific­azione selvaggia».

Però è stata varata la legge contro il consumo di suolo...

«Sì, la legge è del 2017. Però, permette? Partiamo dai numeri. L’Ispra ogni anno compila la classifica delle regioni più o meno virtuose sul fronte del consumo di suolo. Bene, nel 2018 il Veneto era maglia nera in Italia registrand­o un impression­ante +50% sulla Lombardia e, non bastasse, il triste primato veneto di prima regione per consumo di suolo è stato confermato dall’Ispra anche nel 2019. Perché? Perché questa maggioranz­a ha continuato con le scorciatoi­e: prendo un campo di pannocchie che vale un euro, concedo di costruirci un capannone che al 90% resterà vuoto ma intanto ho “valorizzat­o” il terreno che ora vale 20. Una mentalità che andava bene 60 anni fa. Il risultato è che ogni giorno facciamo la conta dei danni: Mestrino, Schio, Arzignano, Castelfran­co, Verona, Venezia. Ogni santo giorno finisce sott’acqua un pezzetto di Veneto e la colpa, oltre che dei cambiament­i climatici, è dell’impermeabi­lizzazione record della nostra terra. Un combinato disposto letale».

Libro dei sogni, diventasse governator­e: primo atto ufficiale?

«Partirei dal superbonus 110%. I tre caposaldi del nostro programma per il Veneto sono lavoro, salute e ambiente. Se fossi governator­e creerei le premesse perché le aziende venete fossero messe nelle condizioni di partecipar­e a questa opportunit­à che è winwin. Vincono le famiglie che svecchiano la loro casa (in Veneto il 70% delle abitazioni ha più di 50 anni) abbassando drasticame­nte le emissioni e creando 50 mila posti di lavoro. È la “legge dei sogni” ma il punto debole è il finanziame­nto delle aziende artigiane che dovranno anticipare cifre consistent­i prima della cessione del credito. Un conto è negoziare uno per volta con le banche. Un conto è se questo ruolo di negoziazio­ne fosse interpreta­to dalla Regione raccoglien­do insieme le necessità di molte imprese».

I sondaggi lasciano poco spazio al libro dei sogni, Zaia pare vincerà con percentual­i bulgare. Previsioni fosche per il Pd ma anche per il M5s...

«È una questione di narrazione, di storytelli­ng che falsa la realtà in cui viviamo. 20 anni fa, quando Zaia metteva piede in Regione eravamo davvero la locomotiva d’Italia, ora abbiamo un pil, un prodotto pro capite e un export inferiore all’Emilia e fra le regioni del centro-nord siamo quella con più cittadini a rischio povertà ed emarginazi­one sociale secondo l’Istat».

Il M5s sbaglia comunicazi­one?

«Paghiamo la scelta etica di non accettare finanziame­nti né pubblici né privati. Questo ci lascia le mani libere tenendo alto il vessillo della moralità ma a volte non paga. Certo, se anche noi avessimo affidato la comunicazi­one a una società della famiglia Benetton...(il riferiment­o è a Community che segue la campagna elettorale di Zaia ndr)».

Consumo di suolo

Ogni giorno facciamo la conta dei danni per l’ennesimo allagament­o. È colpa dei cambiament­i climatici ma anche della cementific­azione selvaggia

La grande opera

La Pedemontan­a una fregatura. Contesto a Zaia la narrazione secondo cui si sarebbe ritrovato a gestire qualcosa di irreversib­ile...

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