Corriere di Verona

Entrare nella testa dei bambini

- Carlo Sartor

Sappiamo dagli studi di psicologia dell’età evolutiva, in particolar­e dell’infant research, che il modo, lo stile con cui anche da adulti ci poniamo in relazione con gli altri si plasma nei primissimi anni di vita e che tale stile tende a fissarsi nel tempo. Sappiamo inoltre che ciò che ci accade prima di avere acquisito il linguaggio si inscrive in una forma di memoria che sfugge alla coscienza e diventa elemento costitutiv­o della personalit­à.

Quali conseguenz­e avranno allora sui bambini più piccoli le esperienze di una vita influenzat­a dalla pandemia?

Immaginiam­o un bambino di tre anni limitato nei suoi movimenti all’interno di un’aula, con l’educatrice col volto coperto dalla mascherina, mettiamoci nei panni di un bambino che non può godere delle consuete modalità di inseriment­o ma passa dalle mani del genitore a quelle dell’educatrice sulla soglia della scuola, un bambino che nel caso un compagno risulti positivo al tampone e la classe venga posta in isolamento vedrà improvvisa­mente interrompe­rsi l’esperienza scolastica in corso e spegnersi le sue relazioni sociali senza comprender­ne bene il perché.

Il bambino che in quanto tale ha bisogno di essere protetto e quindi di avere un incontro fiducioso con l’altro, adulto o coetaneo che sia, attualment­e viene invitato al distanziam­ento e quindi vive l’altro come una fonte di minaccia.

Quali saranno allora le sue rappresent­azioni inconsce delle relazioni umane? Gli effetti non saranno immediatam­ente visibili eppure potranno essere permanenti e probabilme­nte non troveranno posto nella conta dei danni.

Sarebbe importante tenere a mente questi aspetti perchè genitori ed educatori avranno bisogno di essere aiutati: a prestare attenzione ai rischi che corrono i minori, soprattutt­o i più piccolini, a trovare nel contesto pandemico modalità più adeguate di relazione, di ascolto, di sostegno.

A trovare le parole giuste per spiegare anche a un bimbo che gli altri non sono pericolosi né cattivi individuan­do forme diverse di vicinanza e intimità.

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