La Venezia di Accorsi «Sciacallo? No, lavoravo con la gente del posto»
Una città che affonda, dove per far vendere le case si fanno perizie false. È una Venezia decadente, dove l’acqua alta è una protagonista al pari degli attori, il set del film di chiusura di Venezia 77, Lasciamo andare di Stefano Mordini, con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa e Serena Rossi, che uscirà nelle sale l’8 ottobre distribuito da Warner. Un giallo psicologico che si ispira al film A Venezia...un dicembre shocking di Nicolas Roeg del ‘73 per raccontare la storia di una coppia separata (Accorsi e Sansa) che ha perso il figlio qualche anno prima e viene coinvolta da una donna misteriosa la quale sostiene di sentire la presenza del bambino nella loro vecchia casa. Il film è stato girato a Venezia tra novembre e dicembre dello scorso anno e la troupe si trovò a girare a Piazza San Marco proprio nei giorni in cui la città fu travolta dalla grande acqua alta. Immagini che nel film sono restituiti nella loro carica inquietante: l’acqua cresce col crescere della tensione. Ma le polemiche dello scorso anno, quando Accorsi venne attaccato perché la troupe si trovava a San Marco nelle ore più drammatiche per la città e il sindaco Luigi Brugnaro parlò di sciacallaggio, non sono del tutto sopite. «Quando noi abbiamo girato quella scena - ha detto Accorsi a Corriere Tv assolutamente strumentale perché noi avevamo il permesso, siamo andati con i vigili urbani in Piazza San Marco a girare quella scena, però poi il sindaco ha fatto il suo show, detta proprio come va detta, con persone di Venezia che ci ringraziavano di non smettere di lavorare perché parte della troupe era del posto. Probabilmente a qualcuno ha dato fastidio, lo rispetto e lo capisco, però ci tengo a dire che non abbiamo fatto nulla di male». Di più. Durante la presentazione alla stampa del film, Accorsi ha aggiunto: «Venezia era un set prezioso per questo film, ed eravamo tutti entusiasti all’idea. Perché è un contesto unico a livello mondiale, ma è complicato logisticamente, se pensiamo a quanti film sono stati girati a Venezia ultimamento, sono pochissimi. Avevamo previsto di girare con l’alta marea, perché era funzionale alla storia. Certamente nessuno poteva immaginare quanto successo. Per Venezia è stato un disastro, ma un film non si può fermare così da un giorno all’altro, ci sono tante famiglie coinvolte. Siamo
stati vicinissimi alla città e in ogni momento libero chiunque della troupe ha dato una mano». Ma archiviata una polemica se ne apre un’altra sulle perizie false: «Non è un’accusa specifica alla città ha detto il regista Mordini - il bluff esiste dappertutto, non è specifico di Venezia. Era funzionale alla storia dire quella frase, perché se uno vuole fare una truffa a Venezia la costruisce su quello. Di più: la scena in cui esaminano la malta era presente anche nel film di Roeg, e sono passati più di quarant’anni». «In quel momento il tecnico che parla di abuso edilizio fa sapere di essersi rifiutato - aggiunge Accorsi - in un contesto di fiction il personaggio è molto sensibile alle cose che si perdono, c’è un segno emotivo molto forte. A tutti nella vita capita di dire delle cose forti generalizzando perché colpiscano gli altri».
Il film come quello non si poteva fermare Il sindaco ha fatto il suo show