Mattarella a Vo’ Euganeo «Un esempio per l’Italia»
La ministra Azzolina: «Io non ho abbandonato la nave». Gelo di Zaia Il Presidente apre l’anno scolastico in Veneto «È una sfida decisiva, la politica non si divida»
«La scuola è la sfida decisiva per la ripartenza di tutta la società». Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha scelto il paese simbolo di Vo’ Euganeo per l’inaugurazione dell’anno scolastico. Vo’ che per il Presidente è «un esempio per l’Italia». L’appello per la banda larga.
«Vo’ è stato l’avamposto dell’Italia davanti ad un immane pericolo, che ancora non si è concluso. L’esempio fornito da questa comunità è servito molto al nostro Paese e ora la riapertura della scuola è il simbolo della vostra vittoria sulla malattia. È il segno del rilancio dell’Italia, ci attende una sfida decisiva».
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto Vo’ Euganeo, dove tutto cominciò il 21 febbraio e si pianse la prima vittima dell’Occidente, la prima zona rossa d’Italia insieme a Codogno, il luogo che per il professor Andrea Crisanti «ha insegnato al mondo» con le sue famiglie ordinatamente in fila per sottoporsi al tampone, per parlare alla Nazione nel primo giorno di scuola dopo i lunghi mesi di chiusura seguiti al dilagare dell’epidemia («Una scelta dolorosa, ma necessaria»). Accolto con una standing ovation tricolore dai bambini, gli insegnanti e le autorità presenti nel cortile della scuola elementare del piccolo Comune dei Colli Euganei, in una cerimonia caratterizzata dal caldo torrido e dal rigoroso - e faticoso - rispetto delle regole anti-covid, il Presidente ha pronunciato un discorso di estrema chiarezza, rivolto agli studenti e alle famiglie, ai docenti e ai collaboratori scolastici, ma anche e soprattutto al mondo politico; un discorso che non ha rifuggito ma anzi sottolineato i tanti problemi che affliggono la scuola, invocando risposte rapide. In platea, ad ascoltare, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella, il governatore Luca Zaia, accanto al presidente del Cts Franco Locatelli, il professor Gianni Rezza, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il commissario Domenico Arcuri, volti celebri dello spettacolo e dello sport.
«Conosco i ritardi e le difficoltà e so bene che vi saranno inevitabili polemiche. So anche che vi sono risorse limitate. Ma un Paese non può dividersi sull’esigenza di sostenere e promuovere la sua scuola» ha avvertito Mattarella, per poi declinare nel particolare. La banda larga, ad esempio: «Questo periodo ha sottolineato, con grande evidenza, l’urgenza e la necessità assoluta di disporre della banda larga ovunque nel nostro Paese. Dobbiamo evitare che il divario digitale diventi una frattura incolmabile». Quindi il giusto riconoscimento, sociale ed economico, per gli insegnanti, ringraziati pubblicamente per l’impegno, la passione e la dedizione: «Dobbiamo fare in modo che i migliori laureati abbiano come obiettivo l’insegnamento, professione di valore e gratificante. Dobbiamo investire nella scuola a partire da un’adeguata programmazione del reclutamento del personale, da alcuni anni carente». Poi, i disabili: «A subire le conseguenze più pesanti del lockdown sono stati gli studenti con disabilità. Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile. Di queste sofferenze si sono fatte carico le famiglie. Nella ripartenza della scuola l’attenzione a questi studenti dovrà essere inderogabile, a cominciare dall’assegnazione degli insegnanti di sostegno». Il Capo dello Stato, che al termine della cerimonia si è intrattenuto per qualche istante con le famiglie di Adriano Trevisan e Renato Turetta, le prime due vittime del virus, ha infine lanciato un messaggio ai negazionisti: «La scuola deve formare cittadini consapevoli, sconfiggere l’ignoranza con la conoscenza, fermare le paura con la cultura».
La battaglia condotta contro il coronavirus è stata giocoforza il filo conduttore del discorso del Presidente, come di tutto l’evento di Vo’, ma sul palco si è parlato anche di violenza e
Miriam
È stato drammatico Per quanto ne capivo io eravamo tutti destinati a morire
Michela
Nel lockdown il bancomat non dava più soldi e le pensioni le ho portate io
Nick
Se lo volete proprio sapere, l’alcol ci protegge ancora Ridiamoci su
bullismo e anche in questo caso Mattarella non si è sottratto, riservando un pensiero a Willy Montero, il ragazzo massacrato di botte dopo che aveva tentato di mettere fine ad una rissa a Colleferro: «Siamo sconvolti per la morte di Willy, pestato a morte per aver difeso un amico. Il suo volto sorridente resterà come un’icona di amicizia e di solidarietà. La scuola, la cultura, il confronto continuo sono anche antidoti al virus della violenza e dell’intolleranza, che può infettare anch’esso la comunità se viene ridotta l’attenzione».
Il discorso è piaciuto molto a Zaia, che l’ha trovato «sincero, incisivo e concreto, il Presidente ha richiamato tutti all’ordine», mentre il governatore ha bollato come «di circostanza» l’intervento della ministra Azzolina, che si è commossa a più riprese paragonando la lunga marcia della scuola verso la riapertura al viaggio di Ulisse verso Itaca: «Le avversità e gli ostacoli di questo viaggio mi hanno fatto pensare ad Ulisse e al suo lungo peregrinare per tornare nell’amata Itaca - ha detto la ministra -. In questi mesi, come Ulisse, la comunità scolastica ha affrontato venti avversi, insidie, notizie false, tempeste e peripezie, per tornare alla sua normalità. Ma ce l’abbiamo fatta. E io non ho abbandonato la nave».