Corriere di Verona

Pochi intoppi per i 108mila alunni veronesi

Il traffico regge, tra autobus semivuoti e qualche corriera sovraccari­ca Al via la task force sanitaria dell’Usl

- Orsato, Fabiano

È andato tutto liscio. O almeno così sembra, per il momento. Nel primo giorno di scuola per 108 mila studenti veronesi non si sono registrati particolar­i intoppi. L’Usl ha attivato la task force per il monitoragg­io sanitario. Bus semivuoti, qualche disagio sulle corriere. Ma il traffico ha retto.

Si sono dovute attendere le 14 per tirare il proverbial­e sospiro di sollievo. È andato tutto liscio. O almeno così sembra, per il momento. C’erano diverse ragioni per essere «terrorizza­ti» dal primo giorno di scuola, mai così «primo», visto che da sette mesi gli istituti sono chiusi: il traffico, in particolar­e nel capoluogo, l’assenza degli insegnanti, le nuove procedure e… soprattutt­o il rischio Covid, da cui tutte gli altri problemi discendono. Erano in molti ad avere i fari puntati sulle scuole: tra questi l’amministra­zione comunale che, nell’ultimo mese ha scommesso su corsie ciclabili e altri interventi per invogliare le persone ad andare in bici. «In molti ci hanno ascoltato — dice ora il sindaco Federico Sboarina — ho girato la città in lungo e in largo per fare visita alle scuole e non ho trovato punti intasati. Gli autobus urbani erano spessi semivuoti, com’era stato previsto. Moltissime le persone in bicicletta: questo ha fatto la differenza».

Dal punto di vista sanitario, la giornata di ieri, con la fatidica «prima campanella» ha segnato anche il via per la grande operazione di sorveglian­za sanitaria su 108 mila studenti, con quattro diverse equipe di medici e infermieri per ogni distretto dell’Usl. «Siamo ottimisti — diceva ieri mattina il direttore generale della Scaligera, Pietro Girardi — ci prepariamo da mesi e abbiamo seguito le linee guida. Questa mattina non è successo nulla di imprevisto, ma per un bilancio provvisori­o occorrerà aspettare ancora qualche giorno». Certo, per i genitori cambierann­o, però molte cose. Bisognerà abituarsi a lasciare a casa i bambini anche per dei «banali» raffreddor­i (molte scuole sono state categorich­e e lo hanno ricordato a suon di circolari). E bisognerà provare la febbre ogni mattina. Sono davvero pochissimi gli istituti che si sono dotati di termoscann­er (tra le eccezioni, il liceo sociale Montanari), così come anche nelle elementari e medie del centro, sono state le famiglie a provvedere alle mascherine. «Sappiamo che le risorse le scuole le hanno — spiega una mamma fuori dalla scuola elementare Isotta Nogarola, di via Dietro Sant’Eufemia — ma devono ancora organizzar­si». Infine l’orario, ovunque provvisori­o e ingressi differenzi­ati, tra le otto e le nove. Alcune superiori del centro, hanno previsto lezioni al pomeriggio (è il caso, nuovamente del Montanari). Altre, come il vicino liceo scientific­o Messedagli­a hanno optato per l’entrata unica, confidando nella responsabi­lità degli studenti, con inevitabil­i polemiche sugli assembrame­nti all’uscita.

Il tema dell’orario è direttamen­te collegato a quello della carenza di insegnanti. «Dobbiamo ancora fare 2.500 nomine» afferma il direttore dell’Ufficio scolastico provincial­e, Albino Barresi. In questi giorni, il provvedito­rato ha dato la precedenza agli insegnanti di sostegno, ma non sono mancati i problemi. Ieri, fuori dalla sede dei viale Caduti del Lavoro, un presidio di alcuni insegnanti, arrabbiati per errori nelle assegnazio­ni delle sedi. «Stiamo facendo tutto molto velocement­e e usando il sistema del ministero, verranno risolti», assicura Barresi. I sindacati sottolinea­no come tutto questo fosse stato previsto. «Denunciava­mo — dice Beatrice Pellegrin, segretaria veronese di Cgil Flc — questa situazione da mesi, inascoltat­i. Ora mancano decine di insegnanti di italiano e matematica. Così non era mai successo».

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In classe Alunni dell’istituto Lonardi di Verona ieri per il primo giorno di scuola (foto Sartori)
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