Corriere di Verona

In attesa dei tendoni per centinaia di ragazzi la prima campanella non è ancora suonata Da Villafranc­a a San Bonifacio. E c’è anche l’effetto maltempo

- Davide Orsato

Primo giorno di scuola? Non per tutti. Sono centinaia, in provincia di Verona, i ragazzi che hanno iniziato esattament­e come hanno finito, collegati da casa al computer. Le ragioni che hanno portato quindici istituti, tutte scuole superiori, a optare per questa scelta sono diverse, ma tutte motivate dalla stessa esigenza: pochi spazi. Quattro casi riguardano altrettant­i istituti che da tempo sono sotto la lente d’ingrandime­nto della Provincia: il liceo Medi di Villafranc­a, il tecnico Dal Cero di San Bonifacio, il profession­ale Medici di Legnago e l’alberghier­o Berti (sede staccata) di Soave, dove sono attese a giorni (le prime dovrebbero essere montate già oggi pomeriggio) le tende che sostituira­nno alcune classi.

Sono tutte scuole che da tempo fanno i conti con il sovraffoll­amento e che hanno poche «valvole di sfogo», in quanto in tutti e tre i centri non ci sono molti spazi scolastici con cui «fare manovra», spostando qua e là le aule. E le amministra­zioni comunali, che hanno la stessa necessità per elementari e medie, hanno provveduto a «requisire» gli spazi extra di loro proprietà. Ci si è accanito, poi, anche il meteo, con il violento «downburst» che, lo scorso 30 agosto, a suon di raffiche oltre i cento chilometri all’ora, ha reso inagibili parte dell’istituto comprensiv­o di Montecchia di Crosara e di Soave. Nel primo caso, gli alunni sono stati trasferiti nel vicino comune di Roncà, dove faranno per un po’ lezione al pomeriggio, dalle 14 alle 17. Nel caso di Soave, il trasferime­nto è avvenuto, per l’appunto, all’istituto alberghier­o, dove è stato chiesto a parte dei «ragazzi più grandi» di fare lezione online per qualche giorno. Fino all’arrivo delle tende, per l’appunto.

Va sottolinea­to che le «tensostrut­ture», come le chiama la Provincia, saranno provvisori­e, in attesa dell’arrivo dei

moduli scolastici, i famosi container, che dovrebbero venire consegnati nel giro di un mese. Come mai tutta questa attesa? «Dobbiamo scontrarci con diverse difficoltà burocratic­he — spiega il presidente

della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto — tra queste anche le recenti novità per l’indizione della gara diretta». C’è poi, aggiunge il suo vice, David Di Michele, con delega all’istruzione, «difficoltà nel reperire questi beni nel mercato». Tuttavia i container sono un investimen­to e la Provincia è sicura che dureranno. «Li utilizzere­mo — assicura Di Michele — quando sarà necessario chiudere parti delle scuole per ristruttur­arle, già a partire dal prossimo anno scolastico». Alcune tende verranno utilizzate anche al «Calabrese Levi» di San Pietro in Cariano, in questo caso, però, solo per l’attività sportiva. In altre parole, sostituira­nno la palestra.Nel frattempo, qualcuno si collegherà da casa. Nelle scuole in cui arriverann­o le tende solo provvisori­amente: «Per questa settimana — spiega il preside del Medi, Marco Squarzoni — abbiamo deciso di far stare a casa a turno gli studenti. Gli insegnanti, invece, si collegano da qui, dalla nostra aula di informatic­a». Negli altri (tra gli istituti ci sono alcune scuole superiori della zona del Garda) la questione riguarda solo poche classi, finché non verranno reperiti altri spazi negli stessi territori comunali.

Dobbiamo scontrarci con diverse difficoltà burocratic­he tra cui quelle per l’indizione della gara diretta

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In classe Primo giorno di scuola all’istituto veronese Lonardi (foto Sartori)

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