Circolo Pd: se volete votate Zaia, ma dateci la preferenza
Un caso l’appello per la vicentina Luisetto. Il partito valuta sanzioni. Dimesso Lorenzoni
Non vuoi votare Lorenzoni? Scegli un altro candidato, ma dai la preferenza alla nostra Chiara Luisetto. È la lettera di un circolo Pd vicentino: ed è bufera. Un caso tra i pochi in grado di accendere una campagna elettorale fin qui tutt’altro che fiammeggiante. C’è chi parla di cinica realpolitik, altri parlano di una resa incondizionata, morale ed etica prima che politica.
Chi le vuole bene, parla di cinica realpolitik: inutile girarci attorno, si sa già come va a finire, dunque meglio puntare al risultato concreto, per quanto piccolo, piuttosto che inseguire roboanti utopie. Chi le vuole male, invece, parla di una resa incondizionata al nemico, morale ed etica prima che politica, per giunta con uno sgradevole sgambetto ad Arturo Lorenzoni, che come noto ha già i suoi grattacapi.
Che la si veda in un modo oppure nell’altro, certo l’episodio in cui è incappata Chiara Luisetto, ex sindaco di Nove, segretaria (auto-sospesa) del Pd di Vicenza, e candidata al consiglio regionale, è tra i pochi in grado di accendere una campagna elettorale fin qui tut’altro che fiammeggiante. La vicenda è nata da una lettera spedita dal coordinatore del circolo Pd di NoveCartigliano Gilberto Lorenzin ai militanti e agli elettori dem, scoperta e resa nota da Alberto Gottardo durante il suo Morning Show su Radio Cafè. Vi si leggono molti complimenti a Luisetto, la cui candidatura in Regione assume «i tratti di un avvenimento straordinario», dopo che «straordinari» sono già stati i risultati del suo mandato da sindaco (uno solo!) e «straordinario» è il suo progetto politico. Insomma, lei è «la candidata ideale». Purtroppo, però, cè un problema e dalla lettera s’intuisce che è il candidato presidente del centrosinistra Arturo Lorenzoni (dimesso proprio ieri dall’ospedale dopo il ricovero per coronavirus; è ancora positivo, resterà in isolamento nella sua casa di Padova). «La partita, come è facilmente intuibile, non è delle più facili - scrive sospirante Lorenzin -. Tuttavia Chiara ha voluto metterci la faccia, consapevole che dovrà conquistarsi a fatica un posto a Venezia». Come fare dunque per eleggere Luisetto, pur votando Luca Zaia?
Lo spiega bene il circolo di Nove-Cartigliano: «La legge elettorale regionale prevede la possibilità del voto disgiunto». Un meccanismo complesso, che però Lorenzin sintetizza efficacemente: «Se un vostro amico o conoscente non fosse intenzionato a votare il candidato presidente del centrosinistra Arturo Lorenzoni, potrebbe tuttavia esprimere la preferenza per Chiara. È importante divulgare il più possibile questa informazione», perché il voto a Zaia magari contribuirà ad eleggere Zaia (pazienza per Lorenzoni, sarà per un’altra volta) ma magari sarà utile pure a «Chiara» e quindi meglio non incaponirsi nel sostenere «a perdere» il professore padovano.
Luisetto, ospite del Morning Show, è apparsa in difficoltà, ha rivendicato di aver «attaccato frontalmente Zaia più volte», premesso che «il circolo di Nove è autonomo» e spiegato che l’intento di Lorenzin, «che in più occasioni ha inviato a votare Lorenzoni» era solo quello di convincere l’elettorato di destra di Nove a votare per l’ex sindaco del paese (peccato che la lettera sia stata invitata agli elettori del Pd, mica a quelli della Lega). Poi, in un successivo comunicato, la candidata ha parlato di «tentativo maldestro dovuto ad un eccesso di zelo», ha preso le distanze dalla lettera «che non avevo letto» e ha ribadito il suo leale sostegno a Lorenzoni, chiedendosi sibillina se non si tratti «di un caso montato ad arte» dalla destra.
Fuor di ipocrisia: da settimane nel centrosinistra circola la voce che molti candidati, preso atto della forza trasversale di Zaia, stiano profondendo i loro ultimi sforzi nella campagna per il voto disgiunto. Della serie: si salvi chi può. E questo soprattutto nel Pd, dove è ancora forte l’amarezza per aver dovuto accettare come frontman il «civico» Lorenzoni. Ma un conto è la voce, un conto vederla messa nero su bianco. E difatti dal Pd, dove non nascondono l’amarezza del candidato presidente per l’accaduto, avvertono: «Dopo le elezioni si valuteranno provvedimenti». L’analisi dei voti, lunedì, ci dirà a carico di quanti.