L’ultimatum del sindaco ad Amt «Chiudere i cantieri del filobus»
Sboarina ricorda la delibera di luglio e minaccia azioni legali
Nuovo braccio di ferro sui cantieri del filobus, ancora aperti nonostante i ripetuti inviti a chiuderli entro il termine del 14 settembre.
Nuovo braccio di ferro sui cantieri del filobus, ancora aperti nonostante i ripetuti inviti a chiuderli (da parte del sindaco, dell’intero consiglio comunale e di Amt) entro il termine tassativo del 14 settembre.
Un termine che è stato completamente ignorato dalle imprese coinvolte nei lavori, sono riunite in una «Associazione temporanea» capitanata dalla società Consorzio Cooperative Costruzioni. E così il sindaco, Federico Sboarina, ha ripreso in mano carta e penna e ha scritto ieri una nuova «diffida», inviata al presidente di Amt, Francesco Barini, e al direttore generale dell’Azienda, Luciano Marchiori. Nella nuova lettera, il sindaco ricorda ancora una volta la delibera votata all’unanimità dal consiglio comunale lo scorso 30 luglio e che intimava appunto la chiusura di tutti i cantieri entro la data di riapertura dell’anno scolastico. Tra le criticità segnalate adesso da Sboarina c’è in particolare quella di via Città di Nimes, con impatto pesantissimo non solo sulla viabilità (in una delle zone più trafficate di Verona) ma anche sullo stesso sistema del teleriscaldamento. Il sindaco ha perciò deciso di «dare i sette giorni» alle aziende, ossia di lasciar loro un’altra settimana di tempo per ripristinare la viabilità in tutte le zone coinvolte dai cantieri esistenti: passato questo nuovo termine, il sindaco (nonché avvocato) tuona che prenderà ogni provvedimento conseguente. La minaccia di azioni legali, insomma, si fa davvero incombente. Le imprese, a loro volta, potrebbero reagire a suon di avvocati, dopo che Palazzo Barbieri ha deciso di cambiare radicalmente strada sul progetto. Come è noto, infatti, al posto del filobus, Verona vuole adesso utilizzare autobus senza fili, totalmente elettrici, a guida comunque in qualche modo vincolata: la ricarica avverrebbe col sistema flash-charge da punti fissi, dove i nuovi mezzi sarebbero obbligati a transitare, soddisfacendo così la condizione tassativa posta dal Ministero dei Trasporti per confermare il finanziamento di circa 85 milioni di euro. La ministra dei Trasporti De Micheli ha più volte contattato su questo tema il sindaco Sboarina, dopo avere tra l’altro firmato, a favore del Comune di Vicenza, la proroga fino al 31 dicembre 2021 per l’utilizzo del denaro governativo che finanzia l’acquisto proprio di autobus «flash charge», elettrici ma in grado di percorrere lunghe tratte in autonomia senza collegarsi ad alcuna linea aerea di rifornimento. Mezzi di questo tipo sono prodotti anche dalla Hess Carrosserie, l’azienda svizzera cui Amt aveva già ordinato i mezzi «filoviari». Il problema da superare, adesso, è comunque soprattutto economico.Molte delle imprese coinvolte sono in difficoltà, ed una di esse, la Clea, opera addirittura in regime di concordato preventivo. Di qui le difficoltà, da parte delle aziende stesse, di procedere anche alla pura e semplice chiusura dei «buchi» sulle strade, ripristinando l’asfalto e consentendo la ripresa di un traffico «normale» in diverse zone, da quella nevralgica di via Città di Nimes a quelle di San Michele Extra e di Borgo Roma Il presidente di Amt, pur prendendo atto dei guai delle imprese, aveva spiegato che «spetta all’Associazione delle imprese trovare soluzioni». Il giorno della riapertura delle scuole è però arrivato ed è trascorso senza che si muovesse una foglia. Di qui la decisione di Sboarina di spedire la nuova diffida formale ad Amt, che a sua volta tornerà ad alzare la voce con le imprese, affinché si chiuda tutto entro 7 giorni. Sarà la volta buona?