Corriere di Verona

Palumbo: «Siamo ripartiti, si difenda la scuola in classe Critica è la carenza di prof»

- di Martina Zambon

Nel vocabolari­o Covid «Dad» (didattica a distanza) ormai è acronimo d’uso corrente. E all’indomani della riapertura delle scuole assume una connotazio­ne quasi minacciosa. Tornare alla Dad è ciò che si vuole evitare. Ne è convinta Carmela Palumbo, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, reduce dal tour de force della riapertura.

Pare che la Dad sarà una risorsa residuale…

«La “scuola a scuola” va difesa con le unghie e con i denti soprattutt­o per due categorie di studenti: i più piccini che hanno particolar­mente bisogno della dimensione di socialità, dell’empatia con la maestra ma anche i ragazzini che hanno meno opportunit­à famigliari, meno mezzi, non solo tecnologic­i. Già la scuola non sempre è l’ascensore sociale che dovrebbe essere, se togliamo anche la frequenza a essere penalizzat­i sono i ragazzi che vivono in un contesto familiare e sociale più complesso. “Andare” a scuola fa la differenza, soprattutt­o in Veneto».

Ci spieghi meglio…

«Il rischio è lasciare ancora più indietro chi ha meno stimoli e meno occasioni. I rapporti Ocse e Invalsi sottolinea­no le differenze in Italia fra scuola e scuola, fra territorio e territorio. Il Veneto, invece, vanta livelli di apprendime­nto fra i più alti e un divario minimo fra scuola e scuola. Mi spiego, frequentar­e un liceo scientific­o nel capoluogo anziché in provincia non cambia le chance e la qualità del liceale. È, insomma, uno dei sistemi scolastici più equi e che riesce a dare apprendime­nti elevati».

Lunedì le scuole venete hanno riaperto praticamen­te tutte e ben attrezzate sul fronte delle misure di contenimen­to del virus, lo riconoscon­o anche i sindacati, è soddisfatt­a?

«I risultati sono sempre lavoro di squadra, mai individual­e. Sono abbastanza soddisfatt­a, sì. Il Veneto ha questa grande forza, la capacità di collaboraz­ione istituzion­ale. Fin dall’inizio ho coinvolto nelle conferenze di servizio sindaci e presidenti di Provincia così come le Usl. Il segreto è tutto lì: lavorare di squadra. Altrove ci sono colleghi bravissimi e dediti al loro lavoro che purtroppo hanno dovuto gestire situazioni di solitudine del sistema scolastico. I nostri enti locali hanno invece saputo usare i fondi per l’edilizia leggera, per noleggi degli spazi necessari a garantire il distanziam­ento. L’altro grande pezzo del puzzle è stata l’applicazio­ne protocollo nazionale sulla gestione di focolai e casi sospetti. Con la direzione di prevenzion­e e sanità della Regione si è creata la rete scolastica dei referenti Covid in collegamen­to con le varie Usl che, a loro volta, hanno referenti interni per gestire rapidissim­amente eventuali casi. Il tutto è stato fatto a tempo di record in estate, la sanità e gli enti locali sono stati bravissimi».

Niente ferie quindi?

«Ho preso il venerdì prima di Ferragosto. Ma non sono certo stata l’unica a saltare le vacanze, era improponib­ile. Ma, ripeto, ero in ottima compagnia».

Ci sono scuole che hanno spremuto ogni scintilla d’inventiva, nel Trevigiano un istituto profession­ale si è confeziona­to i banchi da solo…

«Loro hanno superato qualsiasi aspettativ­a! E comunque entro il 18 settembre tutte le scuole che hanno chiesto il rinnovo degli arredi riceverann­o quanto chiesto. Ma ho anche avuto occasione di consigliar­e ai presidi delle scuole superiori di utilizzare, per quella che è l’ex alternanza scuola-lavoro, i ragazzi più grandi degli ultimi due anni proprio nella gestione della sicurezza, una competenza in più. Ci sono anche scuole che con i laboratori di chimica hanno fabbricato in casa i disinfetta­nti per le mani…».

La principale criticità emersa in questi primi due giorni è, paradossal­mente, la carenza di personale, questione annosa…

«Questo è il mio rimpianto. Il nostro tallone d’Achille è il personale precario. Già lo scorso anno scolastico erano quasi 14 mila le supplenze e quest’anno la situazione è immutata: 13.500 di cui 8 mila nomine in ruolo autorizzat­e. Purtroppo siamo riusciti a mandarne a buon fine solo 1.450. Le nostre graduatori­e regionali sono esaurite e le call veloci pescando da altre regioni hanno prodotto appena 32 nomine…».

In ottobre arriverà un concorso…

«Abbiamo già chiesto disponibil­ità per le commission­i d’esame. Il concorso è quanto mai necessario».

C’è poi il problema nel problema: il sostegno…

«Gli specializz­ati sono pochissimi e tendono a restare nella propria regione. Serve una soluzione nazionale».

Molte scuole sono ripartite ad orario ridotto…

«L’orario è ridotto perché non tutti avevano l’organico completo ma in dieci-quindici giorni dovremmo farcela».

Sulle supplenze peseranno anche i prof fragili?

«In modo del tutto residuale, parliamo di alcune decine legati a vere patologie da tutelare, nessuno ha cavalcato la situazione».

La squadra

Il grande rimpianto è il personale precario. Alcune scuole hanno riaperto con orario ridotto per mancanza di prof. La soddisfazi­one, invece, è per il grande lavoro di squadra fra scuole, enti locali e Usl. Il Veneto ha questa grande forza: la capacità di collaboraz­ione istituzion­ale

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy