Corriere di Verona

Minore «drogata e stuprata», chiesti 40 anni per il branco

Weekend di terrore, sotto accusa anche un marocchino residente a San Bonifacio

- Benedetta Centin

Erano stati arrestati a maggio 2019 e sono ancora agli arresti domiciliar­i, accusati di aver drogato e stuprato «a turno» una minorenne nel corso di un weekend a casa di uno di loro. Nell’udienza preliminar­e di ieri pomeriggio, davanti al giudice Barbara Maria Trenti, il sostituto procurator­e Cristina Carunchio ha chiesto per i tre le pene massime previste: pene complessiv­e per 40 anni di carcere. Rispettiva­mente 14 anni di reclusione per Elisa Faggion, la 32enne di Trissino amica dell’adolescent­e - una studentess­a oggi 17enne del Basso Vicentino - e per il cittadino italiano originario del Marocco Zahir Es Sadouki, 29 di San Bonifacio, Verona (difesi rispettiva­mente dagli avvocati Paolo Mele junior e Simone Bergamini). Dodici anni invece la pena sollecitat­a dalla procura per l’amico della Faggion, il marocchino Nadir El Fettach, fisioterap­ista di 28 anni di Arzignano (asssistito dall’avvocato Enrico Maria Fiori). Tutti e tre sono accusati di aver drogato e stuprato in gruppo l’allora quindicenn­e.

Teatro dei presunti abusi, tra il 26 e 28 ottobre 2018, proprio casa della Faggion. «Mi hanno costretto a consumare droga di forza, nonostante mi fossi rifiutata e, una volta in camera, hanno abusato sessualmen­te di me: stuprata prima da un ragazzo, nonostante gli urlassi “basta”, e poi anche dall’altro ragazzo assieme alla mia amica, che mi ha venduto loro per la cocaina» il racconto della giovane durante l’audizione protetta avvenuta a settembre di un anno fa in tribunale. L’adolescent­e aveva riferito in particolar­e di come, stordita dall’effetto dello stupefacen­te, era stata portata in camera dall’amica e da Es Sadouki. E lì, secondo il suo racconto, era stata abusata dal 29enne. In una seconda fase stuprata in ogni modo possibile da entrambi gli uomini, a turno, con la Faggion. Fatti, quelli ripercorsi dalla minore, che emergono nelle conversazi­oni acquisite: chat Whatsapp, file audio, video e messaggi già cancellati ed estrapolat­i dai loro cellulari. I tre si erano accordati per fornire un’unica versione dei fatti. Tutti concordi nel dire che l’allora quindicenn­e era consenzien­te e che la sapevano maggiorenn­e. Eppure, a quanto ricostruit­o, almeno la 32enne non poteva non conoscere l’età dell’adolescent­e: da quando si erano conosciute in una clinica avevano instaurato un rapporto di amicizia. Dai cellulari dei tre arrestati erano state estrapolat­e delle conversazi­oni inerenti quel weekend, delle prove, stando alla procura, che riguardava­no appunto la necessità di «accordarsi e dare la stessa versione», lo studio di un pia

Terrore La violenza avvenne nel 2018 nella casa di un’amica

no «perché non ci possa fregare» (intesa la ragazzina), la preoccupaz­ione di coprire e cancellare eventuali tracce dello stupro di gruppo, facendo emergere anche il particolar­e dei graffi lasciati dalla minore su uno dei due uomini, segno che i rapporti non erano consenzien­ti a differenza da quanto sostenuto dagli adulti. Questo almeno quant’era emerso dagli smartphone della Faggion e di El Fettach. Compreso il telefono dell’altro ragazzo. Al vaglio del perito c’erano tutte le conversazi­oni tra i tre e la minore, a partire dalle chat Whatsapp, compresi i file audio, video e i messaggi cancellati.

La sentenza per i tre è attesa per fine mese, quando verrà dato spazio alle difese dei due ragazzi e alle repliche. Intanto i genitori della 17enne si sono costituiti parte civile (per la ragazza e per loro) e per il tramite del loro avvocato Sonia Negro ieri hanno formulato una richiesta di 50mila euro di provvision­ale per i danni subiti.

 ??  ?? Il processo
Complice quella che credeva un’amica, la rfagazza è stata violentata dal branco
Il processo Complice quella che credeva un’amica, la rfagazza è stata violentata dal branco

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy