Corriere di Verona

Fece uccidere Livatino, libero per 9 ore

- Roberta Polese

Negli ultimi cinque anni aveva partecipat­o alle riunioni di Ristretti Orizzonti, il giornale al quale lavorano i detenuti del «Due Palazzi» di Padova. Il comportame­nto era stato buono e in 20 anni non aveva mai visto nessuno della sua famiglia. Due giorni fa Giuseppe Montanti, 64 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Rosario Livatino, ha usufruito di nove ore di permesso per parlare sia al telefono che in presenza, con i famigliari che vivono in parte in Messico e in parte in Germania.

Il permesso è stato concesso dal tribunale di Sorveglian­za di Padova. Durante le nove ore di «libertà» è andato in una struttura messa a disposizio­ne dalla cooperativ­a Piccoli Passi di Padova, che gestisce una casa dove i detenuti che non dispongono di un’abitazione possono incontrare le famiglie. Montanti ha diversi parenti in Messico, dov’era stato arrestato nel 1999, mentre altri vivono in Germania. Il permesso premio arriva in concomitan­za con il trentennal­e dell’uccisione del giudice Rosario Livatino, «il giudice ragazzino» barbaramen­te ammazzato a colpi di arma da fuoco ad Agrigento il 21 settembre del 1990 mentre con la sua auto e senza scorta si stava recando in tribunale. A commettere l’omicidio furono i sicari della «stidda», organizzaz­ione criminale mafiosa che all’epoca si contrappon­eva a Cosa Nostra. Il nome di Montanti venne fatto da un pentito, e nel 1999 arrivò la condanna definitiva all’ergastolo.

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