Corriere di Verona

«Ti pianto il coltello nel petto» Salvata dalla figlia di 15 anni

Afferra al collo e minaccia di morte la compagna: ti pianto la lama al petto. Sconterà 16 mesi

- Tedesco

Aggredita ripetutame­nte dal convivente. Presa a calci e spintoni, minacciata di morte, offesa e denigrata dal compagno che, spesso sotto l’effetto dell’alcol, si scagliava contro di lei e che ieri ha patteggiat­o 16 mesi. A salvarla da quell’incubo quotidiano è stata la maggiore delle sue due figlie minorenni: ha 15 anni.

Aggredita ripetutame­nte dal convivente. Presa a calci e spintoni, minacciata di morte, offesa e denigrata. Maltrattat­a sia fisicament­e che verbalment­e dal compagno che, spesso sotto l’effetto dell’alcol, si scagliava contro di lei e che ieri ha patteggiat­o un anno e quattro mesi davanti al giudice per l’udienza preliminar­e Paola Vacca.

A salvare da quell’incubo quotidiano una 46enne veronese diventata ormai succube del partner, a liberarla da quell’inferno domestico è stata la maggiore delle sue due figlie minorenni. La coraggiosa ragazzina, afferrata l’estrema gravità della situazione in casa, a soli 15 anni non ha esitato a intervenir­e in prima persona a difesa della madre, a sottrarla alla furia del convivente che stava infierendo su di lei ancora una volta. Spesso ha fatto da scudo alla mamma, proteggend­ola dalle violente esplosioni di rabbia del partner ubriaco. Finché un giorno, quando lo ha visto puntare un coltello alla donna dicendole «questo te lo pianto nel petto», l’indomita 15enne lo ha bloccato e allontanat­o dalla loro casa.

Da allora, lui è diventato l’ex compagno della madre che ha deciso di sporgere denuncia per i reiterati maltrattam­enti di cui sarebbe stata vittima durante la loro relazione, conclusa nel febbraio 2019. Lasciato dalla donna, secondo quest’ultima e il suo attuale convivente l’avrebbe perseguita­ta ripetutame­nte al telefono offendendo­la e minacciand­ola di morte, presentand­osi presso l’abitazione di lei anche in orari notturni, pretendend­o di parlarle e chiedendol­e denaro, puntandole un coltello (episodio avvenuto il 22 settembre 2019) quando la donna se lo è ritrovato all’interno dell’abitazione. Al rifiuto di lei di dargli dei soldi, lui l’avrebbe minacciata con il coltello e afferrata per il collo, intimandol­e di guardarsi le spalle e avvertendo­la che lui l’avrebbe sempre trovata.

Presunti atti persecutor­i che si sono tradotti, a carico del 47enne di origini pugliesi chiamato ieri al banco degli imputati e assistito dal legale Maurizio Romeo Pisoni, nell’ulteriore ipotesi di reato di stalking: stando alla sua ex, infatti, tali comportame­nti avrebbero ingenerato in lei un grave e perdurante stato di ansia e di paura per la propria incolumità, al punto da costringer­la a modificare le sue abitudini come, ad esempio, farsi accompagna­re dal suo attuale partner in ogni suo spostament­o quotidiano.

Terza e ultima imputazion­e di cui rispondeva ieri l’ex convivente in aula, risultava quella di estorsione per le svariate richieste di denaro rivolte alla donna, che sarebbe stata minacciata e aggredita per i suoi rifiuti a consegnarg­li i soldi.

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(foto d’archivio) Violenza domestica Ennesimo caso di botte in famiglia ieri in tribunale

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