Tocatì diffuso e distanziato: il ritorno dei giochi di strada
Meno attività in centro, le nuove location a Castelvecchio e Arsenale Il burattinaio: «Torno a fare uno spettacolo dopo nove mesi»
vogliono spingere i genitori a mettersi in gioco» e gli spettacoli sono l’occasione per prestare a madri e padri le valigie coi burattini fatti a mano. «In dodici anni di progetto circa mille famiglie veronesi le hanno prese su per imparare a giocarci a casa con i figli», fa Scacchetti, mascherina indosso, mentre parla con una coppia.
Il giardino di Carlo Scarpa, lì a Castelvecchio, è uno dei luoghi della città dove il Tocatì non era mai stato. Succede ora — da necessità a virtù — perché il Festival Internazionale dei Giochi di Strada non è più lo stesso, nel senso che subisce il contesto storico su cui premono le misure di sicurezza anti-Covid. Non c’è, per forza di cose, il Paese straniero ospite col suo carico di folklore. Non c’è l’atmosfera elettrica di quel mix tra turisti e giocatori, curiosi e visitatori. Non c’è la concentrazione di giochi in pieno centro: per evitare assembramenti il raggio del programma deve allargarsi (anche fuori città) così mentre Piazza Erbe passa alle installazioni con la Bissa, Mascareta e Naet, tre imbarcazioni tipiche della voga alla veneta, la cuccagna trasloca al cortile ovest dell’Arsenale con gli arrampicatori della squadra maschile di Santa Maria di Zevio. Non tutti hanno la mappa, difatti nel primo dei due giorni di giochi si registravano anche lamentele: «Ci sono meno cose». In realtà c’è lo stravolgimento della dimensione sociale, fatto generale in cui finisce dentro anche un Tocatì la cui cartolina, ieri, era inevitabilmente lontana dagli standard normali.
La 18esima edizione del festival — che si chiude oggi — è comunque una prova di resistenza e un esperimento di sopravvivenza. In una Verona che si prepara a una stagione di fiere che in certi casi saranno a metà fra la dimensione digitale e quella fisica, Tocatì è collegato in streaming con i «Borghi d’Italia», gli ospiti virtuali, luoghi che vanno dalla Sicilia alla Val d’Aosta e dove si gioca in contemporanea con la nostra città. Se ci si arma di mappa si può poi decidere dove e come spostarsi (tenendo sempre presente la Cucina del festival in Lungadige San Giorgio). In un’altra fetta del cortile di Castelvecchio, a lato del ponte, si giocherà anche oggi a scacchi, ad esempio, e la cornice è suggestiva. Per due volte, alle 9.30 e alle 15, si potrà anche andare alla scoperta del Rione Filippini, «il rione dei giochi».
Tra i laboratori per bambini quello sensoriale delle 10 e delle 16 nelle sale del Museo degli Affreschi per conoscere i materiali naturali dei boschi e quello delle 16 a Villa Romadel na di Valdonega per scoprire l’antenato del backgammon, il Duodecim Scripta degli antichi romani. Anche gli incontri proseguono: alle 11 in Biblioteca Civica il professor Marco Dallari (tema, lo spirito
gioco per comprendere l’arte) e alle 15 in Cortile Mercato Vecchio la tavola rotonda «La voga tradizionale in piedi – Un patrimonio del Veneto». Tra i giochi, infine, si segnala la finale del torneo di lippa, al cortile centrale dell’Arsenale, alle 16.30. Con gli ultimi appuntamenti del Tocatì 2020 il pensiero dell’Associazione Giochi Antichi si proietterà totalmente sull’edizione 2021. Il Paese ospite ci sarebbe già. Il vero ritorno alla normalità potrà darlo solo l’uscita dalla morsa delle misure di sicurezza.