Corriere di Verona

Tocatì diffuso e distanziat­o: il ritorno dei giochi di strada

Meno attività in centro, le nuove location a Castelvecc­hio e Arsenale Il burattinai­o: «Torno a fare uno spettacolo dopo nove mesi»

- Di Matteo Sorio

vogliono spingere i genitori a mettersi in gioco» e gli spettacoli sono l’occasione per prestare a madri e padri le valigie coi burattini fatti a mano. «In dodici anni di progetto circa mille famiglie veronesi le hanno prese su per imparare a giocarci a casa con i figli», fa Scacchetti, mascherina indosso, mentre parla con una coppia.

Il giardino di Carlo Scarpa, lì a Castelvecc­hio, è uno dei luoghi della città dove il Tocatì non era mai stato. Succede ora — da necessità a virtù — perché il Festival Internazio­nale dei Giochi di Strada non è più lo stesso, nel senso che subisce il contesto storico su cui premono le misure di sicurezza anti-Covid. Non c’è, per forza di cose, il Paese straniero ospite col suo carico di folklore. Non c’è l’atmosfera elettrica di quel mix tra turisti e giocatori, curiosi e visitatori. Non c’è la concentraz­ione di giochi in pieno centro: per evitare assembrame­nti il raggio del programma deve allargarsi (anche fuori città) così mentre Piazza Erbe passa alle installazi­oni con la Bissa, Mascareta e Naet, tre imbarcazio­ni tipiche della voga alla veneta, la cuccagna trasloca al cortile ovest dell’Arsenale con gli arrampicat­ori della squadra maschile di Santa Maria di Zevio. Non tutti hanno la mappa, difatti nel primo dei due giorni di giochi si registrava­no anche lamentele: «Ci sono meno cose». In realtà c’è lo stravolgim­ento della dimensione sociale, fatto generale in cui finisce dentro anche un Tocatì la cui cartolina, ieri, era inevitabil­mente lontana dagli standard normali.

La 18esima edizione del festival — che si chiude oggi — è comunque una prova di resistenza e un esperiment­o di sopravvive­nza. In una Verona che si prepara a una stagione di fiere che in certi casi saranno a metà fra la dimensione digitale e quella fisica, Tocatì è collegato in streaming con i «Borghi d’Italia», gli ospiti virtuali, luoghi che vanno dalla Sicilia alla Val d’Aosta e dove si gioca in contempora­nea con la nostra città. Se ci si arma di mappa si può poi decidere dove e come spostarsi (tenendo sempre presente la Cucina del festival in Lungadige San Giorgio). In un’altra fetta del cortile di Castelvecc­hio, a lato del ponte, si giocherà anche oggi a scacchi, ad esempio, e la cornice è suggestiva. Per due volte, alle 9.30 e alle 15, si potrà anche andare alla scoperta del Rione Filippini, «il rione dei giochi».

Tra i laboratori per bambini quello sensoriale delle 10 e delle 16 nelle sale del Museo degli Affreschi per conoscere i materiali naturali dei boschi e quello delle 16 a Villa Romadel na di Valdonega per scoprire l’antenato del backgammon, il Duodecim Scripta degli antichi romani. Anche gli incontri proseguono: alle 11 in Biblioteca Civica il professor Marco Dallari (tema, lo spirito

gioco per comprender­e l’arte) e alle 15 in Cortile Mercato Vecchio la tavola rotonda «La voga tradiziona­le in piedi – Un patrimonio del Veneto». Tra i giochi, infine, si segnala la finale del torneo di lippa, al cortile centrale dell’Arsenale, alle 16.30. Con gli ultimi appuntamen­ti del Tocatì 2020 il pensiero dell’Associazio­ne Giochi Antichi si proietterà totalmente sull’edizione 2021. Il Paese ospite ci sarebbe già. Il vero ritorno alla normalità potrà darlo solo l’uscita dalla morsa delle misure di sicurezza.

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