Corriere di Verona

Indagato per l’incendio e l’esplosione

L’inquilino Agec è sempre grave. Carabinier­i, raccolte altre testimonia­nze tra i vicini

- D.O.- F.S.

È quello di incendio il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica a seguito dell’esplosione avvenuta venerdì mattina in via San Giovanni in Valle in un appartamen­to dell’Agec. Il fascicolo è stato aperto, dopo la consegna degli atti, dal pm di turno Beatrice Zanotti.

È quello di incendio il reato ipotizzato dalla Procura di Verona a seguito dell’esplosione avvenuta venerdì in via San Giovanni in Valle. Il fascicolo è stato aperto, dopo la consegna degli atti, dal pm di turno Beatrice Zanotti. Stando al codice penale, si rischiano dai tre ai sette anni «anche nel caso di incendio della cosa proprio, se dal fatto deriva pericolo per l’incolumità pubblica». Insomma, la descrizion­e corrispond­e proprio quello che è accaduto a Veronetta l’altro ieri: con l’apertura, probabilme­nte volontaria, di alcuni rubinetti del gas e una conseguent­e esplosione sentita in gran parte delle città, seguita dalle fiamme che si sono rapidament­e estese all’appartamen­to di Anselmo Menegazzi fino al piano di sopra. Ed è proprio Menegazzi, la sola persona ad essere presente nel suo appartamen­to al momento dell’esplosione, l’unico a essere rimasto gravemente ferito nel corso dell’esplosione. Attualment­e si trova ricoverato nel reparto di rianimazio­ne del Polo Confortini, a Borgo Trento. La prognosi resta riservata: le sue condizioni, tuttavia, sono descritte come molto gravi, a causa principalm­ente delle ustioni, che l’hanle colpito sull’80% del corpo. Il giorno dopo la tremenda esplosione, il civico 11 della via è deserto, all’interno della corte, fino a due giorni fa viva e popolata, c’è un’atmosfera spettrale. Se non ci fossero i segni scuri della fuliggine sulla facciata bianca dell’immobie su porte e finestre, sarebbe quasi impossibil­e dire che lì, due giorni fa, si sono vissuti momenti di terrore, paragonati da alcuni dei più anziani residenti sotto shock a quelli della «guerra». I sei appartamen­ti evacuati dai vigili del fuoco e decretati inagibili sono no, ora, vuoti. Le famiglie sono state ricollocat­e dai servizi sociali del Comune in altri appartamen­ti, molti di loro in uno stabile messo a disposizio­ne dell’Iciss (gli istituti civici di servizio sociale) a Ponte Crencano, fino a che non potranno rientrare nelle loro case. Alcune delle finestre dei piani interessat­i dal fuoco e dalle fiamme andate in frantumi sono state sbarrate con delle tavole di compensato. Tra queste, anche quelle al piano terra da dove è partita l’esplosione. Nel frattempo, proseguono le indagini da parte dei carabinier­i e del Niat, il Nucleo investigat­ivo antincendi dei vigili del fuoco. I militari dell’Arma, anche ieri, hanno continuato a raccoglier­e le testimonia­nze dei vicini di Menegazzi, che venerdì l’accusavano apertament­e di aver causato l’esplosione e il cui appartamen­to è stato messo sotto sequestro dalla procura.

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La palazzina a San Giovanni in Valle in fiamme dopo l’esplosione
Terrore La palazzina a San Giovanni in Valle in fiamme dopo l’esplosione

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